Dark Matter non è un disco politico, «anche se non posso fare a meno di essere influenzato da ciò che mi accade intorno». Sgombra subito il campo da eventuali equivoci, Moses Boyd, già da tempo pilastro del rinnovamento jazz nel Regno Unito. Lui non è solo un batterista stimato anche da musicisti assai glitterati ma anche un produttore dalle indubbie qualità. Ha parecchia materia da esplorare, in effetti, nella Gran Bretagna dei nostri giorni, chi come lui ha origini caraibiche. Innanzitutto la complessità dell’identità ibrida che aveva cominciato a sviscerare nel precedente Displaced Diaspora, un progetto (quasi) propedeutico a questo debutto, e che ritorna in Shades of You complice l’angelica Poppy Ajudha. Ironia di una sorte ineffabile per uno con un nome così. BTB (Blacker than Black), tradisce l’enunciato di partenza; appoggiandosi su un ritmo dondolante tra soca e afrobeat è materia nera ibrida. Il concetto di diaspora si fa forza di un’accettazione che è anche (e soprattutto) estetica. Mai fissata, ma in perenne movimento lungo la sponda aperta dalle musiche di matrice black. Nommos Descent è un dono prezioso dal Sudafrica impreziosito dalla voce radiosa di Nonku Phiri.