«Per fortuna esistono presidi della legalità come la procura di Brindisi, da anni in prima linea nella lotta al caporalato in Puglia». A parlare è Leonardo Palmisano, etnografo, docente di Sociologia Urbana al Politecnico di Bari ed autore del saggio Ghetto Italia, scritto a quattro mani con Yvan Sagnet, con il quale hanno vinto il prestigioso premio Livatino 2016.

Un lungo viaggio nei ghetti italiani, dal Piemonte alla Puglia, per denunciare come i braccianti immigrati in Italia siano sempre più spesso vittime di un caporalato feroce, che li rinchiude in veri e propri «ghetti a pagamento», in cui tutto ha un prezzo e niente è dato per scontato, nemmeno un medico in caso di bisogno. Palmisano è autore del nuovissimo Mafia Caporale (edito da Fandango Libri), dove denuncia ancora una volta come l’Italia sia lo Stato dove caporalato e impresa tendono a fondersi con le più consolidate organizzazioni mafiose.

Due episodi di caporalato, sfruttamento del lavoro e dignità delle braccianti calpestata senza alcun ritegno. Sempre nelle stesse zone.

Non è un caso. Nelle campagne delle province di Brindisi e Taranto, infatti, i salari sono i più bassi: questo spinge le donne a cercare lavoro nelle province di Bari e della BAT (Barletta, Andria, Trani, ndr) dove le paghe sono più alte, anche a costo di subire orari di lavoro massacranti, decurtazioni delle paghe, maltrattamenti di ogni genere.

La vera novità sono le denunce che arrivano dalle stesse lavoratrici.

Indubbiamente: è un segnale di grande coraggio e dignità. È interessante notare come negli ultimi tempi il ruolo delle donne caporale, non certo nuovo, stia emergendo sempre di più nelle inchieste. Siamo di fronte a relazioni di genere malate che si sviluppano in ambienti sottoculturali. In questo caso siamo di fronte ad un ricatto occupazionale di natura economica: se invece i caporali fossero stati uomini, avremmo assistito a ricatti di natura prettamente sessuale Inoltre, molte donne, soprattutto quelle straniere, non conoscono l’esistenza di una legge che in Italia le può tutelare: mi auguro che i sindacati e le istituzioni si adoperino il più possibile per invertire questa tendenza.

Se queste sono le premesse, l’estate è iniziata nel peggiore dei modi.

Temo che assisteremo ad una recrudescenza del caporalato, soprattutto nella zona sud-est della Puglia. Perché, di fronte a queste inchieste, i ricatti ai lavoratori e alle lavoratrici saranno ancora più cruenti. Mi auguro che le istituzioni, la Regione in primis, mettano in atto una rete di sostegno per chi opera nelle campagne. C’è bisogno di un welfare che funzioni davvero, nonostante l’ultima legge stia dando risultati apprezzabili. Così come c’è assolutamente bisogno di realizzare degli interventi, che ancora non vedo, per la distribuzione abitativa dei braccianti onde evitare la formazione di nuovi ghetti, dopo gli sgomberi degli ultimi mesi.