Di fronte all’ascesa dei movimenti e dei leader neo-populisti nel mondo, il dibattito delle scienze sociali si è articolato in due grandi posizioni: da una parte, quelli che hanno interpretato questi nuovi attori come il prodotto perlopiù contingente delle disfunzioni della democrazia rappresentativa; dall’altra, quelli che sostengono il carattere strutturale e dunque tendenzialmente permanente del neo-populismo. Dato di partenza per entrambi è la crisi della globalizzazione neo-liberale, innescatasi nel 2007-2008. Il libro di Ferruccio Capelli Il futuro addosso. L’incertezza, la paura e il farmaco populista (Guerini e Associati, pp.214, euro 19,50) cerca una mediazione tra queste due posizioni, offrendo una...