Sembra tutto pronto, a São Paulo, per la gara d’apertura della ventesima Coppa del Mondo Fifa. Non è una frase fatta buona per l’inaugurazione di oggi, ma una notizia. Le nubi minacciose che incombevano sull’esordio del Brasile contro la Croazia si sono diradate dopo intense giornate di febbrili negoziazioni. Soluzioni precise per rivendicazioni precise. In gioco il diritto alla casa e aumenti salariali, con due assoluti protagonisti: Movimento Trabalhadores Sem Teto (Mtst) e metroviarios.

Quelli dell’Mtst, che cinque giorni fa avevano manifestato in 15.000 nella capitale paulista, si sono placati. Mentre i metroviarios, i lavoratori della metropolitana, oggi dovrebbero lavorare regolarmente.
L’Itaquerao, il nuovo stadio di São Paulo, dopo un processo di costruzione travagliatissimo, sarà aperto a tutti i 61.000 spettatori che hanno acquistato il biglietto. I pompieri hanno dichiarato agibili le tribune «provvisorie» sistemate per l’occorrenza, e i paulisti per la strada scherzano: «Fidati, vai a sederti da un’altra parte». Intanto a Granja Comary, dove si allena la Seleção, i medici rassicurano la nazione: Neymar, colpito alla caviglia, sta bene. Dagli Stati Uniti Jennifer Lopez fa sapere che ci sarà: la sua non era una protesta contro il mondiale, come qualche pagina facebook anticoppa ci aveva fatto credere, ma una questione di soldi. E allora, finalmente, Dilma Rousseff può uscire allo scoperto: «La partita comincia adesso, e i pessimisti hanno perso – dice la presidente in un video a reti unificate – Sono stati sconfitti dalla capacità e dalla determinazione del popolo brasiliano, che non molla mai».

Il prezzo pagato per questa sicurezza ritrovata sono le concessioni politiche. Più di tutti ne beneficia il Mtst – nato come costola urbana del Movimento dei senza terra – che è molto forte a São Paulo, dove ha occupato vari edifici abbandonati e terre non costruite. Dalle proteste del giugno scorso in poi si sono fatti più forti. Il loro leader è Guilherme Boulos, uno psicanalista che non ama parlare di sé. Che non tiferà Brasile perché tifa solo il Corinthians. Per il notissimo editorialista di destra Reinaldo Azevedo, Bouzos è «un radical chic», che non sta in prigione «soltanto perché è un estremista delle elite, divenuto l’eroe di una certa stampa nonostante le sue pratiche truculente».

Nelle loro manifestazioni, Bouzos e i suoi bruciano pneumatici in mezzo alla strada per fermare il traffico. Il 3 maggio l’Mtst ha occupato un terreno di 150.000 metri quadrati e ci ha portato dentro 2.500 famiglie. In proporzione alla grandezza della capitale paulista, il terreno è considerato «prossimo» all’Itaquerao, da cui dista quattro chilometri. L’occupazione rischiava di chiamarsi Doutor Socrates, in omaggio al capitano degli anni Ottanta, alla fine si è scelto Copa do Povo (Coppa del Popolo). Martedì il movimento ha convocato una conferenza stampa.

È andata così. Bouzos inizia: «Domani manifesteremo di fronte al Grand Hotel Hyatt – dove ieri si è celebrato il 64esimo congresso della Fifa (disertato da Dilma e anche dal vecchio fuoriclasse colombiano Carlos Valderrama) – Giovedì (oggi, ndr) invece saremo di fronte all’Itaquerao». Poi uno dei suoi tre telefoni squilla. Il leader risponde, è Gilberto Carvalho, capo della segreteria del presidente. Finisce la telefonata, Bouzos ritorna: «Ricominciamo daccapo, dimenticatevi quello che ho detto. Il Movimento cessa le proteste».

Il Partido dos Trabalhadores ha promesso la costruzione di 2.000 abitazioni nel terreno di Copa do Povo, l’istituzione di una commissione contro le rimozioni forzate e maggiore potere dei movimenti sociali nella direzione del programma federale Minha Casa Minha Vida: ora, nell’ambito del programma, l’Mtst potrà supervisionare la costruzione di 4.000 unità abitative per volta, prima erano 1.000. Bouzos ottiene tutto quello che aveva chiesto soltanto una settimana fa.

I metroviarios hanno sospeso lo sciopero che andava avanti da cinque giorni. il sindacato è vicino al Ptsu, piccolo partito trotzkista, e non scende a patti facilmente né con il Pt né tantomeno con il governatore conservatore dello Stato di São Paulo, Geraldo Alckmin. Quest’ultimo ha rigettato la proposta di una «giornata di tornello libero»: prestazioni gratuite dei lavoratori con trasporto gratuito per i passeggeri. Soprattutto, Alckmin usa la mano durissima: negli ultimi cinque giorni sono stati licenziati per «giusta causa» quaranta lavoratori. I metroviarios non hanno ancora accettato l’offerta di un aumento salariale dell’8% e hanno deciso di sospendere lo sciopero per «solidarizzare con la cittadinanza». Ma se i quaranta licenziati non saranno reintegrati – dicono – «potremmo riprendere lo sciopero». Al momento di andare in stampa, i metroviarios non hanno ancora preso una decisione.

Tutto sembra pronto per l’inizio della Copa das Copas, come la chiama Dilma. Qualsiasi cosa accada fuori dall’Itaquerao è difficile si riveli più che rumore di fondo. Nella capitale paulista, almeno per un giorno, ci sarà la pace sociale. Della cui difesa, in ogni caso, si occuperanno migliaia di poliziotti e soldati. In tutto il paese, 172.000 uomini. Tre per ogni turista, 40.000 uomini in più che nella guerra del Paraguay (1865-1870).