E anche quest’anno, nonostante la pandemia, il tradizionale rito del pre-ascolto dei brani del prossimo Festival di Sanremo ha avuto luogo. Più precisamente negli studi Rai di via Mecenate dove, insieme ad Amadeus, la stampa ha potuto assaggiare le 26 canzoni in gara. «Sciroppate», una dietro l’altra, previa breve intro del conduttore e direttore artistico della kermesse.

AMADEUS lo avevo annunciato ieri: «Ci saranno molte canzoni d’amore» e le promesse sono state mantenute. Il nobile sentimento sovrano, in tutte le sue fasi. Dai primi afflati romantici di Santa Marinella di Fulminacci alla raccolta dei cocci di una relazione di Potevi fare di più cantata da Arisa e scritta da Gigi D’Alessio. Torreggia, con il brano più «sanremese» che si potesse desiderare, l’eterna Orietta Berti che con Quando sei innamorato – dedicata al mitico marito Osvaldo – celebra la potenza dell’amore. Con un brano sorprendente – «Pericoloso sei ma è quello che vorrei» – per coerenza e coraggio di non sembrare più moderna di quanto non sia mai stata.

Certo, siamo ancora in piena emergenza sanitaria, e l’amore ai tempi della pandemia è cucinato in tutte le salse. Con la città vuota che fa capolino dalla finestra. Possibilmente bagnata di pioggia. Come nel brano di Francesco Renga, che finalmente esce un po’ dal suo seminato melodico con la ritmata Quando trovo te, o nella chitarra flamenco di Gaia della sua Cuore amaro. In altri brani, melodie delicate tratteggiano sentimenti fra le quattro mura dove piano e voce spesso la fanno da padrone, vedi la struggente Torno a te di Random e, in ben cinque canzoni, c’è lo zampino del produttore Dardust.

SVETTA l’amore «cosmico» gridato dalla splendida voce di Veronica Lucchesi – del duo La rappresentante di lista – che ama «senza avere tanto». Spazio anche ai ricordi, spesso tormentati, come per Aiello che si abbandona a flashback con la sua ex «Quella notte io e te, sesso ibuprofene» – sicuro tormentone – mentre Fasma, rivelazione dello scorso anno fra i Giovani, ricorda con rabbia un ragazza alla quale ha lasciato «addosso solo tabacco».

Voglia di «evasione» invece per il duo Colapesce/DiMartino che con Musica leggerissima cesellano una canzone pop perfetta dove sembra di risentire il falsetto di Ivan Graziani. Così come il Combat Pop dei bolognesi Lo Stato Sociale che, citando il disco dei The Clash, coniugano chitarre punk alla loro sempre graffiante ironia. Idem sentire per gli Extraliscio, insieme a Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, e la loro trascinante Bianca luce nera, e i ritmi latini di Irama e la sua, titolo già cult, La genesi del tuo colore.

LE RIVELAZIONI? Senza dubbio la 18enne Madame che si conferma talento cristallino con il rap intimista di Voce. Tutto scorre, senza polemica, fino al rap rabbioso di Willie Peyote che nella sua Mai dire mai si scaglia contro i dpcm – «Riempiono gli stadi ma non teatri né live» – e si interroga: «Non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato». Per fortuna, c’è anche chi guarda un po’ più in là.