È cominciato il conto alla rovescia per il voto nel Lazio : da ieri, con lo scioglimento del consiglio regionale, scattano i novanta giorni entro i quali devono essere convocate le elezioni. Si dovrebbe andare alle urne il 5 o il 12 febbraio prossimi.

Dopo l’accelerazione dei vertici nazionali e regionali del Partito democratico che ha condotto a scegliere come candidato alla presidenza l’attuale assessore alla sanità Alessio D’Amato, e a privilegiare l’asse con Calenda e Renzi piuttosto che l’alleanza con M5S e sinistra, ieri è circolata l’ipotesi che D’Amato possa presentarsi in ticket con la capogruppo della Lista Zingaretti Marta Bonafoni. Sarebbe un modo per coprirsi a sinistra, anche perché Bonafoni è considerata vicina a Elly Schlein, da due giorni candidata alla segreteria Pd. Per martedì è prevista la direzione regionale, per mercoledì è convocato l’incontro con le forze civiche e politiche del centrosinistra «per parlare di coalizione e programma», secondo le parole del senatore e segretario regionale del Pd Bruno Astorre. Quel tavolo, insomma, sarebbe circoscritto alle forze che hanno sostenuto Zingaretti cinque anni. Tra di esse non c’era il M5S, che solo a metà della scorsa consiliatura ha scelto di entrare in maggioranza. Questa formula, invece, include le forze della Sinistra civica ed ecologista che peraltro fanno parte anche della maggioranza che sostiene a Roma Roberto Gualtieri. Le stesse forze, tuttavia, mandano parecchi segnali di sofferenza per una scelta del candidato presidente e di una coalizione con il baricentro spostato a destra, sul terzo polo.

Il centrosinistra cerca la quadra anche in Lombardia, dove la coalizione è alla ricerca di un nome da contrapporre ad Attilio Fontana (e alla terzopolista Letizia Moratti). Anche qui la fase incerta del Pd si ripercuote sul dibattito per la Regione. Ieri si è fatto avanti l’assessore alla Casa del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran. Ha parlato di sanità, di giustizia sociale, di casa e di mobilità, ha citato la rivoluzione «arancione» di Giuliano Pisapia e fatto sapere di averne parlato con il sindaco di Milano Beppe Sala e con Enrico Letta «Il Pd riparta da zero a ogni livello possibile», dice. Ma da Sinistra italiana, tramite il segretario lombardo Paolo Matteucci, fanno sapere di non essere interessati a partecipare al «congresso in piazza del Pd» dove si rischia di fare «gli spettatori o i tifosi».