Abbiamo subito decadi di cibo tossico e dal basso quoziente nutritivo, abbiamo lasciato che i contadini venissero cacciati dalle loro terre e che gli ospedali si riempissero di ammalati. Il sistema di produzione agricolo industriale, basato sui combustibili fossili e promosso dalla Rivoluzione Verde, è stato capace di disgregare i tessuti sociali, di spezzare il legame fra le persone e la natura ma non è stato in grado di raggiungere l’unico obiettivo che si era prefisso: sfamare la popolazione mondiale. Oggi, di fronte all’evidenza scientifica dei danni provocati alla salute del pianeta e delle persone, abbiamo finalmente la possibilità di voltare pagina. Anche la Fao ha ammesso gli errori della Rivoluzione Verde, invocando una svolta agroecologica. Navdanya International ha convocato esperti da tutto il mondo per redigere un Manifesto sul cibo e la salute, al fine di spingere ulteriormente i governi a tornare a occuparsi della salute dei cittadini e non di quella delle multinazionali. Le antiche pratiche dell’agroecologia possono oggi combinarsi con la conoscenza scientifica per aiutarci a ritrovare l’equilibrio con la terra e con il nostro corpo. La civiltà indiana si è evoluta e sostenuta per migliaia di anni mettendo la salute, la felicità e il benessere della terra e di tutti i suoi abitanti al centro dei sistemi di agricoltura e salute. Le nostre scienze si sono basate sul riconoscimento delle interconnessioni e delle interrelazioni tra gli esseri umani e la natura, tra i diversi organismi e all’interno di tutti i sistemi viventi, compreso il corpo umano. I contadini indiani hanno praticato l’agricoltura ecologica per migliaia di anni basandosi sulla cura del suolo, sulla crescita della biodiversità e su quella che noi chiamiamo la Legge del Ritorno, che ha implicazioni sia ecologiche sia socioeconomiche. A livello ecologico si traduce in sostenibilità, mentre a livello sociale si traduce in dignità, giustizia e prosperità per i nostri agricoltori. Questi principi scientifici sono riconosciuti come i principi dell’agroecologia. L’Ayurveda, la scienza (Veda) della vita (Ayur), è, a mio parere, la scienza della salute più esaustiva. E la scienza della salute ayurvedica è centrata sul cibo. Il cibo è riconosciuto come centrale per il benessere del pianeta e delle persone, la salute e la guarigione. Oggi, le scienze della biologia d’avanguardia si basano sulla comprensione che il corpo non è una macchina, ma un complesso ecosistema auto-organizzato e auto-regolato. I principi di auto-organizzazione sono quelli che l’Ayurveda identificava migliaia di anni fa. Le connessioni tra ecologia, agricoltura, cibo e salute sono state ignorate dalla scienza meccanicistica. La rete della vita è alimentare: questa è la base dell’agroecologia. La produzione di cibo di qualità dipende dalla consapevolezza, dall’intelligenza e dalla capacità di conoscere la differenza tra cibo buono e cattivo, tra i sistemi di produzione che tengono insieme la rete della vita e quelli che spingono le specie verso l’estinzione e gli ecosistemi a collassare trasgredendo i confini planetari a causa dell’avidità ignorante che non conosce limiti, creando anche malattie attraverso squilibri e tossicità. Significa sapere quale sistema agricolo migliorerà il benessere degli agricoltori e quale sistema disintegrerà le società agricole. Significa conoscere e valutare quale cultura alimentare migliorerà la nostra salute e il nostro benessere e quale cultura diffonderà fame, malnutrizione e malattie croniche.