La Nato «ha perduto il senso della propria esistenza e lo sta cercando febbrilmente», parola di Sergej Lavrov, Ministro degli esteri di Mosca. Ecco perché, dopo l’Afghanistan, l’Alleanza atlantica «ha cominciato a giocare la carta russa», dipingendo Mosca come una minaccia. Le parole con cui mercoledì Putin aveva commentato in anticipo la dichiarazione di «guerra a Satana» lanciata da Obama, sono state ribadite e specificate ieri da Lavrov in un’intervista a Itar-Tass. «Non ci fossero state la Crimea e il sudest dell’Ucraina, l’Occidente avrebbe inventato qualcos’altro. L’obiettivo era comunque far perdere la pazienza alla Russia». Quando l’ex presidente Yanukovic prese una pausa prima di sottoscrivere l’adesione alla Ue, allora «organizzarono Majdan». Ora Mosca, ha detto Lavrov, appoggia la proposta di Novorossija per la dislocazione degli osservatori Osce nel Donbass.

Dal canto suo, il presidente della Commissione esteri della Duma Aleksej Pushkov ha detto che i paesi della Nato tentano di rimpiazzare con la forza militare – con nuovi membri e l’allargamento della zona d’azione – l’influenza economica che stanno perdendo. Sul tema delle sanzioni, il cui nuovo pacchetto entra in vigore oggi e che vieta, tra l’altro, la fornitura di materie cosiddette «a doppio utilizzo» e tecnologia militare, a ulteriori 9 imprese russe, Lavrov ha dichiarato che «c’è una massa di paesi che sognano di sostituire europei e americani sul mercato russo».

E si è concesso anche una confidenza, rivelando che diversi suoi omonimi occidentali, durante convegni internazionali, «girandosi il bottone della giacca, mi portano in disparte» e cercano di scusarsi per le sanzioni «noi non vorremmo, ma ci obbligano». In ogni caso, la risposta di Mosca sarà commisurata al danno che esse arrecano all’economia russa, ha dichiarato il potavoce del Ministero degli esteri Aleksandr Lukashevic. Per Valentina Matvienko, speaker del Consiglio federale, le nuove sanzioni si faranno sentire, ma non sono drammatiche.

E tuttavia, già ieri il dollaro ha toccato un nuovo massimo di 37,5 rubli, mentre il mercato azionario ha chiuso al ribasso, con le azioni Aeroflot cadute del 2,6%; il tutto, sullo sfondo di una caduta del profitto netto di Gazprom nel periodo gennaio-marzo del 40% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Intanto, sul fronte del Donbass, mentre si attende la firma di Kiev al permesso di transito del secondo convoglio di aiuti umanitari russi, fermo da tre settimane nella regione di Rostov e si formulano ipotesi sulla reale portata del piano che Poroshenko presenterà la prossima settimana sullo status del Donbass, TV2Norge informa sull’arruolamento nel battaglione «Azov» anche di volontari norvegesi. Da parte sua, il Ministro della difesa di Kiev Valerij Gheletej ha incolpato gli smartphone, di cui fanno largo uso soldati e volontari ucraini, delle loro ripetute sconfitte nel Donbass.