Dalla Vio.Me di Salonicco alle Officine Zero di Roma, lavoratori «recuperati» di tutta Europa si sono dati appuntamento alla Fralib di Géménos, in Provenza, agli inizi di febbraio. Obiettivo: mettere a confronto le loro esperienze ed elaborare un modello comune europeo di “workers economy”. L’incontro, il terzo del genere (i precedenti si sono svolti a Buenos Aires e San Paolo, il prossimo si terrà in Venezuela e «non escludiamo di andare pure in Cina, in futuro», dice Andres Ruggeri, uno degli organizzatori), è stato promosso dal programma Facultad Abierta dell’Università di Buenos Aires, in collaborazione con l’Association pour l’autogestion francese e ai lavoratori della Fralib. Insieme ai lavoratori, ricercatori e docenti di università latinoamericane – dall’Argentina al Messico, passando per il Brasile – che studiano da anni il fenomeno delle imprese recuperate.