Un’antica profezia degli indiani d’America prevede che quando la terra sarà completamente devastata dagli uomini con la conseguente estinzione degli animali, arriverà una nuova tribù, denominata i «Guerrieri dell’Arcobaleno», con il compito di rendere di nuovo la terra abitabile.

Il primo incontro dei Guerrieri dell’Arcobaleno risale al lontano 1972 nei pressi di Aspen, Colorado, e da allora in varie parti del mondo si incontrano ogni anno, a volte in migliaia di uomini e donne. Nelle riunioni, che si svolgono in mezzo ai boschi, pregano e meditano. Sono incontri liberi, gratuiti e spontanei, che durano un mese o anche più e si radunano anche su base regionale e stagionale.

Le informazioni vengono diramate dai vari siti della Rainbow Family e chi si riconosce in questa filosofia e stile di vita raggiunge i raduni per pregare per la pace e l’armonia sulla terra. Dai raduni sono bandite auto, moto, armi, alcool, droghe e giornalisti. Il silenzio, interrotto da canti, preghiere, danze e musiche, regna sovrano nei loro accampamenti, situati per lo più nelle montagne, vicino a un ruscello o a una sorgente d’acqua. Hanno il fuoco – che ritengono sacro e magico – sempre acceso e si riuniscono intorno al «cerchio magico».

Sono hippy, nudisti, naturisti che evadono dalle città e si preparano all’arrivo del «loro» mondo nuovo, che aspettano con ansia perché naturalmente lo credono imminente.

Nonostante i giornalisti siano banditi, riusciamo a incontrarli, grazie a Filippo Isoldi, militante di Rifondazione Comunista e proprietario dell’immenso e bellissimo bosco sul Monte Antilia (Antilia in greco significa di fronte al sole), che ha concesso gratuitamente per il raduno della Famiglia Arcobaleno del plenilunio tra giugno e luglio.

In un caldo pomeriggio ci accompagna in montagna, facendo un tratto di strada sterrata e disagevole in jeep e un lungo tratto a piedi. Dopo una lunga e faticosa camminata per sentieri impervi (che al ritorno faremo al buio) incontriamo una prima coppia di tedeschi e subito dopo gli altri, che accolgono la nostra visita con simpatia e circospezione.

Dopo i rituali abbracci, siamo ammessi in un gruppo di una trentina di guerrieri dell’Arcobaleno, seduti per terra, che hanno accettato una specie di intervista collettiva per parlarci della loro esperienza, mentre altri gruppi si dedicano alla cucina e al fuoco sacro, usando in modo tassativo solo legna secca.

In questo bosco di castagni e felci, tra una luna piena e l’altra, in un posto remoto e inaccessibile si sono riunite oltre duecento persone, che vivono e dormono in tenda o sulla nuda terra e, per un mese, portano anche un notevole introito all’economia di Laurito (Sa), piccolo paese del Cilento montuoso, in quanto comprano ortaggi per la loro alimentazione assolutamente vegana, suscitando anche l’allarme (subito rientrato) della locale caserma dei carabinieri per l’insolito raduno.

Il posto è una specie di tempio sperduto dedicato a un culto tra spiritualismo e natura. Ci ha portati in montagna anche il fatto che proprio a Laurito nel 1899 è nato Nicola Capo, ideologo del nudismo e naturismo spagnolo, fondatore di una rivista nudista che nel 1925 stampava in 25mila copie e autore di numerosi libri di cultura naturista e vegetariana che ancora oggi vengono pubblicati con successo dalle case editrici spagnole. Ma di questo illustre precursore indigeno né i guerrieri dell’Arcobaleno né i cittadini di Laurito sanno nulla e, quanto prima, sarà pubblicata una nostra biografia.

Nel cerchio magico, con un’asticella che passa di mano in mano, in senso antiorario e nel silenzio assoluto, comincia a parlare Gangi, veterano e leader del gruppo del bosco di Laurito. È milanese, faceva l’informatico, ha capelli lunghi, barba e occhiali, da tanto tempo vive libero nei boschi. Da dodici anni viaggia tra Stati Uniti ed Europa per seguire i raduni. Provvisto di buona parlantina afferma che da loro regna l’amore, non c’è nessun capo, ma non sono anarchici, sono aperti a tutti, praticano l’economia del dono, una specie di sanfrancescanesimo, parla del cerchio di Nicea, di Lucifero, dei demoni, dei figli dell’Arcobaleno e sottolinea che si sta attorno al fuoco sacro scalzi e la loro è una scuola di amore e di fratellanza.

Malvina viene da Firenze, ha portato il cane e il figlio, è al secondo raduno e parla del valore del fuoco sacro. Angela, con i suoi due figli, viene dalla provincia di Roma, nella vita reale suona nelle feste, vive con pochi soldi, ed è qui per curarsi dallo stress e nell’amore e nella semplicità della famiglia si sente – dice – più bella e più pulita. Sergi, musicista con barba e capelli bianchi, viene da Pistoia, vive nei boschi dagli anni ’80, per lui dividere il cibo è importante, ha tanti figli sparsi nelle comunità dove ha vissuto.

Carlo invece è ancora un bancario di Pisa, frequenta i raduni dal 2002, è felice di ritrovare fratelli e sorelle, sente di vivere in una magia che è data dal cucinare accompagnati dalla musica e dalle danze. Francesco è romano di Reggio Calabria, è stato manager bancario, ha frequentato Camera e Senato e ha rinunziato al lavoro per seguire i guerrieri dell’Arcobaleno. Anna – bresciana, vestita con eleganza – li frequenta da 5 anni, lavorava nel cinema, sottolinea la spontaneità dei rapporti e afferma tra l’approvazione generale: «Intuisci che il rembo (raduno) è fighissimo» in quanto ha contribuito al suo cambiamento personale.

Beatrice è al suo primo rembo, ha solo dieci giorni di esperienza, è stata una cultrice di lingua francese, nella vita vuol ridere e cerca la gioia di vivere. Gianluca viene da Enna, ha fatto la terza media, suona la chitarra e si domandava «Ci sarà qualcuno come me in questo mondo?» e quando ha trovato i fratelli dell’Arcobaleno è stato felice.

Non gradiscono la mia domanda sul valore della vita isolata nei boschi e sulla mancata partecipazione alla vita sociale e politica. Ancora Gangi afferma che attendono che il sistema politico si sfaldi da solo e di non voler assolutamente intervenire nelle lotte. Le loro porte saranno aperte per tutti i delusi della vita e per tutti quelli che li andranno a cercare quando il sistema politico non ci sarà più. L’incontro si chiude con una preghiera e un ringraziamento a madre natura, mentre altri sono andati a piedi e forse nudi in cima al monte a vedere il tramonto e ad aspettare l’alba del nuovo giorno.

Tra gli alberi giunge la notte, due ragazze mi invitano a rimanere, o almeno a partecipare ai prossimi incontri. Ringrazio per l’accoglienza, l’incontro nel bosco di Laurito, con tutte le loro speranze e contraddizioni, mi è stato sufficiente per conoscerli e comunque non sono mai stato né mi sento un guerriero dell’Arcobaleno che si isola e si rifugia nei boschi.

Certo il mondo non si cambia andandosene a spasso tra gli alberi. Il sentiero buio ci attende e rientro a casa a mezzanotte.