Quasi due anni di custodia cautelare prima della scarcerazione avvenuta lo scorso 8 dicembre, ma Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna, arrestato nel 2020 al rientro in Egitto per una breve vacanza, è ancora sotto accusa e in attesa di giudizio. Il nuovo libro disegnato da Gianluca Costantini, autore del celebre ritratto di Zaki (ma anche di Giulio Regeni e dei prigionieri politici o delle vittime di violazione dei diritti e della libertà) e scritto con la giornalista Laura Cappon, che di Patrick ha seguito tutta la vicenda, racconta le tappe di questa storia incresciosa.

C’è una prima parte dedicata al percorso di Patrick, dove da un lato si presenta la famiglia di Zaki, di confessione cristiana, attraverso scene quotidiane tra messa, partite di calcio viste con il padre e la nascita della sorellina Marise e dall’altro si segue la sua formazione dall’inizio dell’università, con le mobilitazioni contro Mubarak e Piazza Tahir, la creazione del sindacato degli studenti e il colpo di stato contro Morsi. Poi Zaki approda all’EIPR (Egyptian Initiative for Personal Rights) come ricercatore, abbracciando linee di ricerca sulla condizione della comunità LGBTQ nel suo paese. Questo campo d’interesse lo porta a Bologna, al GEMMA, master in studi di genere. Ci sono nel libro due momenti di approfondimenti discorsivi dedicati al giro di vite repressivo della dittatura di Al Sisi, seguita al colpo di stato, dalla quale scaturiscono arresti, persecuzioni, torture ed esecuzioni, volte allo scopo di scoraggiare ogni tipo di dissenso o manifestazione in piazza. Non si salva nessuno, come spiegano bene i testi della Cappon, illustrati de Costantini: dagli influencer, agli studenti, fino ad arrivare agli accademici che frequentano università straniere, e ai tre colleghi dell’Iniziativa egiziana per i diritti personali, incarcerati nel novembre 2020 e rilasciati in seguito al video dove l’attrice Scarlett Johansson ne richiede la scarcerazione, senza ottenere però quella di Patrick Zaki, sul quale incombe un mandato di arresto dal 2019, quando si trova già a Bologna. Le parti testuali aiutano a entrare nell’atmosfera generale di un paese dove vige una inquietante dittatura malamente camuffata e a capire quanto siano imbarazzanti e torbidi i rapporti che molti stati europei, primi fra tutti la Francia e l’Italia conservano con l’Egitto.

La storia della cattura all’aeroporto di El Cairo, con cinque capi d’accusa pesantissimi, l’interrogatorio e il carcere, l’isolamento e la paura del contagio e ancora le reazioni e la conseguente massiccia mobilitazione in Italia sono disegnate e raccontate accuratamente, con dovizia di dettagli, studiati nel «decennio breve»(cioè da quando sin dai fatti di Piazza Tahir Costantini disegna le vicende egiziane), che contribuiscono al notevole crescendo e al coinvolgimento del lettore: lo stile schietto al quale Costantini ci ha abituati, fatto di una linea chiara essenziale, talvolta violenta, non risparmia un grammo della tensione e si condensa attorno ai personaggi di Hoda, la legale di Zaki e Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty International.

Come ricordava Laura Cappon pochi giorni fa al Festival per i diritti umani, sono probabilmente 60.000 in questo momento i prigionieri politici incarcerati ingiustamente in questo momento in Egitto; il graphic novel su Zaki si rivela un’opera utile a conoscere la sua storia-che ci auguriamo si concluda presto e per il meglio nella realtà- e quella di tutte le persone intrappolate e aggredite dalle strette maglie della dittatura in Egitto.