Questa non è una recensione (e nemmeno una pipa). Questa è una lettera d’amore. Io amo I love Dick. Amo Chris, la protagonista dissennata e libera che perde la testa nell’ossessione per Dick – avvenente artista cowboy – e per il suo «dick» (fallo in slang americano). Amo il suo sentirsi fallita come regista, il suo lento avvicinamento ad una liberazione personale (nel finale), il suo direzionare un’attrazione fatale in gesto d’arte: scrivere lettere d’amore erotiche senza freni, immaginare perversioni irrealizzabili, concentrare tutta l’energia sessuale verso un destinatario inconsapevole che non le ha mai dato un centimetro di ambiguità a...