Tentando di mettere a fuoco i moventi che lo spingono a scrivere, László Krasznahorkai ha parlato dell’insistenza con cui «entità» non meglio precisate esigerebbero da lui di essere messe al mondo attraverso la parola: «Non sono io a inventare queste storie, bensì i miei personaggi, che sgomitano per esistere». Fin qui la sua visione pirandelliana della letteratura, che vede l’autore assillato da spettri ansiosi di incarnarsi sulla carta. Ma Krasznahorkai è andato oltre: ha ipotizzato che le ultime volontà espresse dal suo protagonista debbano trovare attuazione non nell’orizzonte che il testo gli riserva, bensì nello spazio extraletterario. Ora, quali inconsulti...
Alias Domenica
László Krasznahorkai, il personaggio dopo la fine
Scrittori ungheresi. In colate verbali favorite dalla densità sonora dell’ungherese, il protagonista di «Guerra e guerra», ultimo titolo tradotto di László Krasznahorkai, reclama diritto di asilo nella realtà: da Bompiani