Gli arresti si fanno sempre all’alba. Il primo giugno del 2011 le questure di mezza Italia si muovono per ordine della procura di Cremona, che ha diramato alcuni provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di diverse personalità legate al mondo del calcio. Nelle maglie dell’inchiesta Last Bet finiscono tanti nomi noti: il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni (quello che esultava tenendosi il mento con la mano, per dire al mondo: «Io cammino a testa alta»), l’ex Venezia, Sampdoria e Isola dei Famosi Stefano Bettarini, l’ex bomber di Foggia, Lazio e Bologna Beppe Signori.

L’accusa era pesantissima: associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. In pratica, diversi match di serie A, serie B e Coppa Italia venivano «combinati» per permettere a un giro di scommettitori di lucrarci sopra. Come nel 1980, come nel 1986, come sempre.

Gli investigatori avevano scoperto tutto grazie alla consulenza di un operatore austriaco: SKS365 Group che, incrociando dati e flussi anomali di puntate su determinate partite, era riuscito a individuare con precisione dove era annidata la frode.

Un’altra alba e ancora arresti. È il 19 dicembre del 2011 quando, ancora per ordine della procura cremonese, finiscono in manette l’ex difensore di Parma, Inter e Roma Luigi Sartor e proprio Cristiano Doni. Su di lui la questura di Bergamo rilascerà un comunicato nel quale si descrive un suo tentativo di fuga. Soltanto in seguito, a pubblica gogna avvenuta, sarebbe venuto fuori che il centrocampista non stava fuggendo: semplicemente si trovava in garage al momento dell’irruzione degli agenti.

L’inchiesta si allarga e più il tempo passa più vengono fuori particolari inquietanti, che non riguardano solo il mondo del pallone. In Finlandia viene arrestato Wilson Raj Perumal, cittadino di Singapore, che racconta agli inquirenti da dove arrivano e dove vanno i soldi investiti per «truccare» le partite italiane. C’è un’organizzazione gestita da tale Eng See Tan, detto Dan, che si occupa di combine in tutto il mondo. Secondo le indagini, in Italia ci sono due gruppi di referenti: i «bolognesi» di Signori e gli «zingari» del centrocampista serbo Almir Gegic e Carlo Gervasoni. Il giro di affari si stava facendo così grande che Dan avrebbe addirittura pensato di comprare l’Albinoleffe per agire con maggiore efficacia. Dietro tutto questo giro, secondo gli inquirenti, il denaro sporco viene riciclato in droga e armi.

Ma questo è solo un filone: le indagini sul mondo del calcio non finiscono mai. Il 28 maggio del 2012 arriva un nuovo tsunami giudiziario, e conseguenti misure di custodia cautelare. Questa volta a finire nell’occhio del ciclone ci sono il laziale Stefano Mauri, l’ex Genoa Omar Milanetto, i difensori della Nazionale Domenico Criscito e Leonardo Bonucci (il primo verrà allontanato da Prandelli e perderà l’Europeo, il secondo no), Andrea Ranocchia, Rodrigo Palacio e ancora Signori, nel frattempo radiato dalla giustizia sportiva. Nei verbali spunta anche il nome dell’allenatore della Juventus fresca vincitrice dello scudetto, Antonio Conte, per i fatti avvenuti mentre allenava il Siena. Seguirà, per lui, una squalifica di quattro mesi e una memorabile conferenza stampa (adesso divenuta classico della satira sul web) nella quale suggerì ai cronisti l’ipotesi di un «agghiacciante» complotto.

Il 22 giugno 2012 la procura di Bari fa partire i primi rinvii a giudizio. Gegic, latitante dal primo giugno del 2011, si costituisce ai carabinieri dell’aeroporto di Malpensa pochi mesi più tardi, a fine novembre. Tra la primavera e l’estate dello stesso anno sono andati in scena i processi sportivi, conclusi con sanzioni più o meno pesanti per calciatori e squadre «responsabili oggettive» del comportamento dei propri tesserati.

A luglio di quest’anno, il pm di Cremona Roberto Di Martino ha annunciato un incidente probatorio sui telefoni di 149 indagati. Tra questi i soliti nomi pesantissimi: Criscito, Bonucci, la punta del Chievo Pellissier, Conte e Bobo Vieri.

Nella giornata di ieri l’ennesimo atto dell’inchiesta Last Bet. Altri ex calciatori nella bufera, altre partite sospette. A questo punto manca solo una cosa: l’inizio di un processo.