Abusivismo edilizio, con le Iene che ci mettono lo zampino. E l’assessore all’urbanistica del comune di Bagheria, il 5 Stelle Luca Tripoli, finisce per dare le dimissioni. A annunciarlo è il sindaco Patrizio Cinque, anche lui ovviamente pentastellato e anche lui al centro delle polemiche per il servizio della trasmissione di Italia 1 su alcune ville abusive.

Il sindaco ha postato un video e un testo sul blog di Beppe Grillo, per provare a spiegare la faccenda: «Come probabilmente sapete – scrive Cinque – ci sono stati alcuni servizi sul problema dell’abusivismo a Bagheria. E sono stato tirato in ballo io stesso, con la casa dei miei genitori». Una casa costruita nel 1982, «quando ancora non ero neanche nato», e che «contrariamente a quanto è stato detto, non ricadeva in una zona con vincolo monumentale e viene avviata la pratica per sanarla».

Il sindaco sostiene che per quanto ne sapeva, l’iter di quella pratica era concluso. «Ma in realtà non è così – ammette – e quindi affermando che la casa fosse sanata ho detto un’inesattezza di cui mi scuso con i cittadini. Ho chiesto io stesso a mio padre di presentare in Comune l’ultimo documento mancante, l’attestazione del silenzio assenso della Sovrintendenza già in suo possesso dal settembre 2012». Ma, prosegue Cinque, ben 8000 pratiche di sanatoria invadono gli uffici tecnici del comune. Tra queste, quella che riguarda la casa del padre dell’assessore Tripoli, «esitata negativamente» dagli uffici, «a dimostrazione della loro imparzialità». Conclusione, l’assessore «per fugare ogni ombra, ha deciso di fare un passo indietro rimettendo la delega». Il diniego del comune alla concessione edilizia per la casa costruita nel 2008 dai genitori dell’assessore Tripoli è arrivato proprio dopo il servizio delle Iene.

La responsabile comunicazione del Pd, Alessia Rotta, subito twitta: «A Bagheria il sindaco ammette balla sul condono e l’assessore abusivo si dimette. Avevamo ragione #abusivia5stelle». Proprio ieri il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, aveva riunito a Bagheria il gruppo dirigente del partito siciliano, per discutere del caso delle ville abusive. I responsabili locali del partito nei giorni scorsi avevano infatti chiesto le dimissioni del sindaco pentastellato Patrizio Cinque. Che comunque, dopo aver annunciato il passo indietro del suo assessore, dice di non aver ancora deciso se accettare o meno le dimissioni: «Sono amareggiato per quanto sta accadendo – dichiara – non voglio che si prendano decisioni in maniera affrettata o perché spinti dal voler porre rimedio ad errori di altri di cui l’assessore non ha alcuna responsabilità o perché si cerca un capro espiatorio. Non accetto che una macchina del fango, artatamente costruita, costringa un valido amministratore a dimettersi».

Ma a sera i deputati 5 Stelle all’Ars, l’Assemblea regionale siciliana, danno la vicenda per chiusa, dichiarando che il passo indietro dell’assessore all’urbanistica è «da apprezzare», benché «non responsabile di alcunché, per una casa peraltro non sua». Un gesto, aggiungono, che «ancora una volta segna la diversità del M5S con altri partiti». E, come fatto dai grillini per il caso Quarto, citano le nefandezze altrui («in altri partiti, anche in presenza di reati, pesanti indagini e perfino rinvii a giudizio, difficilmente ci si schioda dalla poltrona»). Al sindaco Cinque, i 5S confermano «incondizionata stima» ringraziandolo «per quello che ha fatto e per quello che di grande farà».