All’assemblea nazionale dem passa all’unanimità un ordine del giorno che – anche appogiando una proposta del capogruppo dem alla camera Delrio – chiede «una commissione di inchiesta sui naufragi e l’impegno per una revisione radicale e complessiva del memorandum» con Tripoli, per l’interruzione «dei rapporti con la Guardia Costiera libica e l’organizzare un’evacuazione urgente dei campi». Fra le firme quelle di Orfini, Boldrini, Cuperlo Nannicini, Cirinnà. A presentarlo è la prima firmataria, la deputata Giuditta Pini, dell’area dei giovani turchi che da tempo conducono la battaglia per la cancellazione dei decreti sicurezza e la sospensione degli accordi con la Libia. Quelli che, spiega dal palco Pin, l’Italia ha «sottoscritto con il governo Gentiloni e poi automaticamente rinnovato». Pini mostra all’assemblea una foto, scelta fra le meno scioccanti. «Questa è una donna eritrea appesa a testa all’ingiù, viene massacrata di botte con un mazza di metallo». «Nei campi libici le donne vengono stuprate, e gli uomini picchiati, torturati. La guardia costiera libica semplicemente non esiste», spiega, «Io sono parlamentare della Repubblica da due legislature: non ho mai visto quegli accordi. Perché non passano in parlamento. Questo è il solo modo che ho di chiedere al mio partito di esprimere una posizione contraria. È arrivato il tempo di stracciare quegli accordi». «Notizia di oggi è che 600 persone sono sparite da un centro di detenzione illegale, gestito dal ministero libico».
L’assemblea Pd dice stop al sostegno italiano della «Guardia costiera» di Tripoli
Memorandum. All’assemblea nazionale dem passa all’unanimità un ordine del giorno che – anche appogiando una proposta del capogruppo dem alla camera Delrio – chiede «una commissione di inchiesta sui naufragi e […]

Giuditta Pini, deputata Pd
Memorandum. All’assemblea nazionale dem passa all’unanimità un ordine del giorno che – anche appogiando una proposta del capogruppo dem alla camera Delrio – chiede «una commissione di inchiesta sui naufragi e […]
Pubblicato 3 anni faEdizione del 23 febbraio 2020
Pubblicato 3 anni faEdizione del 23 febbraio 2020