Migliaia di volontari che operano attraverso associazioni locali, oasi naturalistiche, nuclei provinciali di vigilanza ambientale con 400 guardie, centri di educazione all’ambiente, centri per il recupero della fauna, biblioteche, rifugi, centri visita. È la realtà del volontariato WWF del nostro Paese, impegnato dal 1966 in progetti e azioni sul campo per la difesa della natura e dell’ambiente, italiani e non solo. Con loro un consiglio nazionale, 20 delegati regionali e uno straordinario Comitato scientifico (tutti volontari come chiunque ricopra una carica), a cui si affiancano la rete di 100 avvocati che operano pro-bono, la consulta dell’educazione ambientale composta da 30 docenti in contatto con oltre 10.000 colleghi delle varie scuole italiane, la community WWF Young dedicata ai più giovani fino a WWF SUB (Save UnderWater Biodiversity), ultima realtà nata in questi giorni per la difesa della biodiversità marina. Questo mondo così variegato si è incontrato a Riccione lo scorso fine settimana (1/3 marzo) per l’Assemblea nazionale dei volontari WWF a cui hanno preso parte circa 200 delegati provenienti da tutte le realtà insieme a tanti componenti dello staff e responsabili di settore.

Tre giorni dedicati alle attività del prossimo triennio con un susseguirsi di riunioni dei vari gruppi di lavoro organizzati secondo reti strutturali (educazione, legale/vigilanza, comunicazione) e reti tematiche (aree protette, agricoltura, mare, grandi carnivori, acque interne e zone umide, clima ed energia). Centinaia di campagne, progetti e azioni da mettere insieme in settori tradizionali per l’associazione come la conservazione di specie e habitat, ma anche in altri più legati allo sviluppo sostenibile.

Programmazione delle attività, ma anche confronto su come essere efficaci in un mondo che cambia rapidamente, in un’epoca così condizionata dall’uomo da essere ormai definita come antropocene. Una riflessione su come il volontariato possa operare sul campo e al tempo stesso cogliere le opportunità che provengono dai social network attraverso cui coinvolgere milioni di cittadini in poche ore. Riflessione difficile visto che viviamo in una società complessa e in cui sembra però prevalere un pensiero sempre più semplificato, quasi banalizzato, in cui le tematiche ambientali sono più conosciute che in passato, ma non per questo meglio affrontate.

Come ha sottolineato nel suo collegamento Marco Lambertini, oggi direttore generale del WWF Internazionale, l’esigenza di un’azione diretta locale è sempre più forte. La sfida lanciata dal WWF a livello globale di un «new deal» per la natura, indispensabile per invertire i trend negativi sullo stato di salute del Pianeta, deve arrivare alle multinazionali e ai governi attraverso una voce univoca, scientificamente corretta e localmente diffusa, capace di spingere all’azione milioni e milioni di donne e uomini.

Da qui l’invito della Presidente Donatella Bianchi che, chiudendo i lavori, ha sollecitato tutti a «dare supporto alle tante iniziative che si stanno svolgendo accanto a noi e che richiamano le battaglie storiche del WWF, a partire dalla grande mobilitazione dei giovani che il 15 marzo scenderanno in piazza per prendere in mano il loro futuro e chiedere azioni concrete nella lotta ai cambiamenti climatici». Ed è anche su questa capacità di fare mobilitazione che deve misurarsi una grande organizzazione ambientalista.

* Vicepresidente Wwf Italia