L’odierna pandemia ha richiamato l’attenzione anche del grande pubblico sulla didattica a distanza, designata come Dad, uno dei tanti ormai insopportabili acronimi la cui diffusione, anch’essa spaventosamente epidemica, va di pari passo con il dilagare del gergo anglo-tecnologico-informatico (in cui la lingua di Shakespeare è umiliata non meno del pensiero di Wiener) connaturato all’utilizzo dei computer, strumento principe, appunto, della Dad: in effetti, già si sta sostenendo che il loro impiego forzato potrebbe essere l’occasione per introdurre innovazioni metodologiche che renderanno più moderno e più efficiente l’insegnamento, anche quando cesserà lo stato d’assedio sanitario. CHE IL RISCHIO, purtroppo, sia proprio...