Elia è uno psicanalista di origini ebraiche. Separato si fa comunque fare il bucato dalla moglie che vive nell’appartamento accanto. Sembra concepito da L’avaro di Moliere e un personaggio di Allen. Quando il medico gli impone attività fisica si trova quasi per caso a farla con Claudia una personal trainer spagnola, squinternata e confusa. Aggiungete un po’ di pazienti di Elia dalle connotazioni spassose, alcuni ex fidanzati e la figlia di Claudia e avrete il quadro di un racconto piuttosto brillante e piuttosto anomalo nel panorama della commedia italiana recente.

Lasciati andare è l’invito a vivere che viene fatto e ripetuto al sussiegoso stoccafisso interpretato da un inconsueto Toni Servillo che sembra riprendere alcuni suoi personaggi seriosi rileggendoli in chiave autoironica. E il risultato è davvero notevole, perché il talento non fa certo difetto a Servillo anche se il cinema sembrava volerlo ingabbiare in personaggi tutti un po’ imparentati.

Merito di Francesco Amato che ha diretto e sceneggiato con Francesco Bruni e Davide Lantieri spiazzando tutti con un film che senza essere un capolavoro porta però una ventata d’aria fresca in sala. Accanto a Servillo una signora Signoris (Carla) che replica puntuta alle paturnie del marito. Veronica Echegui è esuberante come richiede il ruolo e buffa nell’eloquio italoispanico , sfondo prezioso con Luca Marinelli, Giacomo Poretti, Carlo DeRuggieri e Vincenzo Nemolato.