Se pur tardiva, prosegue da qualche anno anche sulle nostre scene la conoscenza carnale del teatro di Angélica Liddell. E l’aggettivo non deve sembrare improprio giacché, come pochi altri, il lavoro dell’artista catalana appare intriso di umori corporei, di una fisicità che a tratti diventa esplosiva, buttata senza vergogna in faccia allo spettatore. Ma che poi serve da innesco a un viaggio verso zone molto più intime. Performer e autrice nel senso più completo dei suoi spettacoli, come l’Alice del reverendo Lewis Carroll da cui ha tratto il nome d’arte Liddell precipita ogni volta al di là di uno specchio,...