Avevo diciannove anni quando a Vienna mi trovai davanti ai quadri di Bruegel. Riconobbi immediatamente le molte minuscole figure dell’incendio della mia infanzia. (…). Provai per essi un’attrazione straordinaria e andavo a rivederli ogni giorno. La parte della mia vita cominciata con quell’incendio proseguiva immediatamente in quei quadri, come se nel frattempo non fossero passati quindici anni. Così Bruegel è diventato per me il pittore più importante di tutti, ma non l’ho acquisito, come tante altre cose più tardi, con la contemplazione o la riflessione. L’ho ritrovato dentro di me, come se mi avesse aspettato già da molto tempo, sicuro...