Campo largo: com’è bella ‘sta parola! Evoca immagini di grandi spazi pieni di grano e di sole, con bandiere rosa confetto al vento, dove c’è posto per tutti: uomini che usano i congiuntivi e maschi coi tatuaggi, donne con un dito di ricrescita e femmine siliconate, anziani che bevono decaffeinati e vecchi che puzzano di anice, ragazzini secchioni con fondi di bottiglia sul naso e ragazzotti palestrati in canottiera… insomma tutto fa brodo, sostiene Letta, l’importante è tener lontano da Palazzo Chigi quel neofascismo biondo che fa impazzire il mondo. Ma il pingue Calenda non ci sta: lui vede ‘sto campo largo come una sorta di giardino dei grillocontini dove giocare a tennis coi cinque stelle, e lui, all’idea di un doppio con Crimi e Di Maio, preferisce di gran lunga palleggiare da solo in faccia a un muro; al massimo un paddle con la Bonino messa controsole. Ma alle elezioni, si sa, la differenza tra partecipare e vincere è come quella che passa tra un video su you-porn e un week-end sul lettone di Putin, quindi ai ballottaggi di domenica ciò che conta è portarsi a casa più sindaci possibile.

Così Enrico sta sereno. Ok, lui starà pure sereno… ma noi? Noi, con sindaci espressione di tutto e il contrario di tutto, possiamo star sereni? Sappiamo noi cosa gli passa per il cervello a uno che deve sempre rendere conto a tutti? Chiediamolo allora ai napoletani che sette mesi fa hanno eletto appunto, come primo cittadino quel prof. Manfredi portato, non da un campo L, ma XXL, con dentro pure gli ex di De Magistris e pezzi di Forza Italia. Abusivismo, strade scarrupate, mezzi pubblici fantasma, monnezza, disoccupazione, traffico impazzito, camorra rinsavita, sputi nella metropolitana… fino a ieri nulla di nuovo, ma oggi il prof. Manfredi mette finalmente in campo uno strumento formidabile per la rinascità della seconda città d’Italia: un nuovo Regolamento della Polizia Urbana che decreta: «è vietato stendere biancheria, panni, indumenti e simili alle finestre, sui terrazzi e sui balconi prospicienti la pubblica via…»
A Napolii? Dove i turisti si accalcano nei vicoli proprio per fotografarli? Esatto. Andassero piuttosto i turisti a fotografarsi le lavanderie a gettone a casa loro; e visto che ci sono la smettessero pure di accalcarsi nelle nostre pasticcerie per abboffarsi di babbà iperglicemici e di affollare le nostre pizzerie per ordinare quelle volgari cose tonde c’a pummarola ‘ncoppa. Campo largo, cervello fino.