Sempre diversa e sempre uguale a sé stessa, questa è Cleo T. Voce dalle mille sfaccettature, confidenza assoluta con le sei corde (chitarra a parte) e con le tastiere, l’artista francese aveva imposto all’attenzione internazionale il suo disco di esordio, Songs of Gold & Shadow (2012). Dentro un involucro di pop, jazz, ballate, richiami ironici al cabaret, elettronica, Cleo raccontava in chiave personalissima l’universo inquieto di una ragazza come tante. And Then I Saw A Million Skies Ahead, secondo lavoro, ci riconsegna Cleo, inconfondibile fin dal primo brano.
Ma qui i giochi musicali sono cambiati. Insieme a undici compagni di viaggio da altrettanti paesi, la giovane parigina varca i confini del mondo seguendo l’ago di una bussola che, mentre indica la direzione dell’elettronica, punta al gospel, cambia rotta in direzione balcanica, ha oscillazioni funk, torna a suggerire il pop transalpino. World Music, dunque. Però, e vale la pena ribadirlo, Cleo sa farle indossare panni esclusivi, come quelli che portava in scena ai tempi del disco numero uno.