Un grande successo nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente è stato ottenuto in Spagna, segno che la costellazione di notizie negative che giungono alle nostre orecchie viene ogni tanto interrotta da momenti di luce.

A volte purtroppo questi faticano ad arrivare al grande pubblico, forse perché si ritiene che le catastrofi meritino più attenzione delle notizie di speranza. In realtà queste possono essere dirompenti e portare nuovo entusiasmo dove un senso di fallimento ed ineluttabilità conducono invece a perdere la voglia di agire.

Per fare un esempio e seguire questi concetti, molto si è sentito ultimamente sull’emergenza legata alla plastica presente nei mari di tutto il mondo, ma nulla sul successo ottenuto da Oceana, una società no profit di origine americana, in collaborazione con gli ambientalisti e le autorità spagnole.

Oceana nasce nel 1999 dall’unione di cinque fondazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente che con uno studio rilevarono che negli Stati Uniti solo lo 0,5% delle risorse destinate all’ecosistema veniva impiegato per gli oceani. Inoltre non vi era alcuna organizzazione che lavorasse in maniera specifica per la protezione del mare con una visione globale e non ristretta ad una singola area o nazione, mediante sistemi scientifici e campagne di ricerca.

Il 2002 fu poi l’anno della svolta e della notorietà al pubblico con la fusione avvenuta con la American Oceans Campaign, fondata dall’ambientalista Ted Danson. Questo nome, sconosciuto ai più, è invece da legare ad una faccia nota a tutti: si tratta dell’attore americano protagonista di centinaia di telefilm (da Cheers, Cic Cin in Italia, a CSI o Fargo) e decine di film (Tre scapoli ed un bebè per fare un esempio).

Oggi Oceana conta 300.000 collaboratori (professionisti o semplici appassionati-contributori) che lavorano in tutto il mondo a progetti di ricerca finalizzati alla protezione ed al recupero degli oceani. Alcuni di loro sono ricercatori marini, altri economisti o avvocati che puntano al cambiamento delle legislazioni vigenti al fine di ridurre l’inquinamento e la pesca intensiva, e di conseguenza proteggere le specie marine a rischio di estinzione.

Dopo dieci anni di lotte politiche e sei spedizioni scientifiche condotte da Oceana, il governo spagnolo ha finalmente annunciato pochi giorni fa la volontà di estendere l’attuale parco marino Cabrera di ben nove volte, portando la superficie interessata a 907 km quadrati.

Il parco Cabrera diventa così il secondo d’Europa dopo quello di Alonissos-Sporadi in Grecia, e superando il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, le sette perle della collana di Venere finite in un mare indimenticabile.

La decisione politica dell’espansione dell’area parco arriva da quasi tutti i partiti politici iberici che hanno deciso di porre la massima protezione possibile a queste acque, e giunge grazie al supporto politico finanziario della Commissione Europea, del governo autonomo delle Baleari e di altre fondazioni.

L’arcipelago di Cabrera si trova a 10 km a sud di Cabo Salines a Maiorca e comprende 19 isole ed isolotti. È particolarmente importante in quanto si tratta di uno degli ambienti con maggiore biodiversità del Mediterraneo con 214 specie differenti di pesci, 87 di spugne, 25 di crostacei, 169 di molluschi oltre a tartarughe Caretta Caretta, delfini e balenottere.

«Oggi sarà un grande giorno per il Mediterraneo e per la salvaguardia internazionale degli oceani. Il Parco Nazionale Cabrera è la casa di una grande varietà di vita marina e di ecosistemi ed è il perfetto esempio dell’eredità naturale sottomarina che vogliamo lasciare alle generazioni a venire». Si è espresso in tal modo Ricardo Aguilar, direttore delle ricerche e delle spedizioni di Oceana in Europa. «Noi ringraziamo la Spagna per questo grande passo in avanti nella protezione delle acque e della vita marina e ci auguriamo che altre nazioni vogliano seguire la Spagna nella creazione di altri parchi naturali marini in tutto il mondo»

E in Italia? Da noi Oceana lavora in fattiva collaborazione con la Fondazione Zegna di Trivero, vicino a Biella, nata dai discendenti di Ermenegildo per la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo sostenibile delle comunità locali ed altre iniziative di ricerca medica o di formazione dei giovani. I progetti di cooperazione fra le due società datano dalla presidenza di Ted Danson e si sono in seguito rivolte innanzitutto allo studio delle condizioni dei coralli nel Mediterraneo.