C’è un po’ di paura e un po’ di rabbia di nuovo, a L’Aquila, il capoluogo abruzzese che si prepara alla consueta (ma non rituale, e a conferma quest’anno ci saranno anche i rappresentanti della rete nazionale di familiari di vittime di stragi e calamità) manifestazione di commemorazione delle 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009.

La paura si è riaccesa tre giorni fa con una scossa netta, di magnitudo non elevata (3,9 gradi, con epicentro a 20 km di profondità sotto la città) ma che ha fatto tremare di nuovo la terra nel cuore della notte, quasi alla stessa ora di nove anni fa. La rabbia si è ravvivata invece con il pasticcio delle 350 cartelle esattoriali giunte ad altrettanti imprenditori aquilani che impongono la restituzione immediata delle tasse sospese dopo il sisma a imprese e professionisti del cratere terremotato. Una sospensione che è stata bocciata dalla Commissione europea che ha aperto una procedura d’infrazione per «aiuto di Stato» riuscendo così a sollevare una protesta unanime di tutte le istituzioni locali.

Un unico coro: dal sindaco Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia (il centrodestra nazionale ha presentato un’interpellanza parlamentare per chiedere al governo di riaprire le negoziazioni con l’Europa), fino al vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli del Pd che per domani ha convocato un summit «con i soggetti interessati per definire le urgenti azioni di mobilitazione istituzionale, giuridica e politica necessarie a contrastare le attività avviate».

Intanto la ricostruzione, sia di edifici pubblici che privati, va avanti, anche se la spesa realmente effettuata dei fondi è ferma ancora a metà di quanto finanziato. Secondo i dati dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione (Usra) relativi al 31 marzo 2018, nella sola città dell’Aquila (centro e periferia) sono stati erogati 5,8 miliardi di euro a copertura delle spese sostenute relativamente a 24.768 pratiche istruite da privati cittadini. Le pratiche da istruire sono ancora 1.862 e l’importo richiesto è di 2,3 miliardi di euro. Le somme già istruite sono il 69,59% del totale richiesto. Sul fronte della ricostruzione pubblica su un importo finanziato di poco più 2 miliardi di euro, quello totale erogato è stato di 1,3 miliardi di euro, mentre il totale erogato sul totale richiesto è stato pari al 62,14%.