«L’Aquila, sei anni dopo. Innanzitutto un pensiero alle 309 vittime, alla loro memoria, ai loro cari». Nel pomeriggio di pasquetta Matteo Renzi comincia così il suo ricordo del terremoto che consegna a facebook. Nella notte tra domenica e lunedì nel capoluogo abruzzese si è tenuta la fiaccolata dell’anniversario, per la prima volta senza nessun rappresentate del governo. Non c’era il neo ministro Delrio, non la sottosegretaria con delega alla ricostruzione De Michele, neanche a parlarne il presidente del Consiglio, che forse farà un salto entro la fine del mese. Intanto l’unico parente delle vittime che ha parlato in piazza a L’Aquila ha attaccato Renzi: «Un premier che dice che bisogna cambiare le cose ha nominato Fabrizio Curcio capo della Protezione civile nazionale, dimostrando così esattamente il contrario. Curcio era avvinghiato a Bertolaso. È la dimostrazione chiara e netta che lo stato non vuole cambiare ma continuare a tutelarsi».

«Dopo troppe promesse, siamo finalmente passati all’azione», scrive invece Renzi nel suo post su facebook dedicato all’Aquila. E continua: «I soldi adesso ci sono: spenderli bene è un dovere in memoria di chi è morto, ma anche come segno di rispetto per i sopravvissuti che vogliono ancora credere nella cosa pubblica». Poi il presidente del Consiglio fa un elenco delle cose fatte dal governo: «Abbiamo messo alcuni punti cardine: la certezza e la programmazione di risorse per il medio lungo periodo (5,1 miliardi di euro nella legge di stabilità per il 2015); l’accelerazione nelle assegnazioni per l’edilizia privata (1,13 miliardi di euro deliberati dal Cipe il 26 febbraio 2014) sulla base di un monitoraggio analitico del fabbisogno, comune per comune; la ricostruzione pubblica (86 milioni di euro deliberati dal Cipe il 26 febbraio 2014) e il suo prossimo rilancio (con una delibera Cipe prevista per maggio 2015)». E aggiunge una promessa: pubblicare tutti i dati della ricostruzione «per dare conto a tutti di come si spendono le risorse pubbliche». Open data, ma «tra qualche settimana».
La lunga uscita del premier ha l’obiettivo di far dimenticare l’assenza del governo dalle manifestazioni del 6 aprile. E infatti Renzi scrive che non è compito della politica «l’esercizio retorico puntuale ad ogni anniversario». Lo attacca immediatamente il capogruppo dei deputati di Forza Italia Brunetta: «Spudorato e falsificatore, mente su tutto, anche su L’Aquila, pur di fare audience». Piace invece al sindaco del capoluogo abruzzese Cialente: «Delle cose che ha elencato molte sono state fatte, a partire dalla certezza dei fondi. Sul tema della trasparenza – aggiunge però – continuato Cialente – serve che il parlamento approvi una legge sulla ricostruzione dura e severa che detti le norme, soprattutto su quella privata. Per fare presto il primo passaggio può essere un decreto legge».

«L’Aquila ha avuto ingenti risorse finanziarie per fronteggiare l’emergenza e avviare la ricostruzione, ma il bilancio è assolutamente critico», dice invece il deputato abruzzese di Sel Gianni Melilla. «Ho chiesto di istituire una commissione di inchiesta parlamentare per accertare come siano stati utilizzati gli 11 miliardi di euro già spesi, sembra che ora finalmente la camera deciderà un’indagine conoscitiva sulla ricostruzione».