Sembravano scene dal sisma di 11 anni fa. Quei vigili del fuoco intenti a scavare, per ore,  tra i detriti, con le mani, e con l’aiuto dei cani.

Due operai stranieri sono morti, oggi pomeriggio, nel centro storico di San Pio delle Camere, comune a una manciata di chilometri dall’Aquila. Sono deceduti un rumeno di 41 anni e un macedone di 60. Sono rimasti seppelliti sotto le macerie di un fabbricato nel quale erano in corso lavori e che, all’improvviso, è in parte collassato. Erano un gruppetto. Altri tre colleghi, uno della provincia di Teramo e due albanesi, sono riusciti a scampare al dramma, allontanandosi frettolosamente prima la struttura cedesse. Interventi affidati alla società Habita dell’Aquila.

Tutti stavano lavorando ristrutturare uno stabile che si trova nella “zona rossa” del paese, che ancora aspetta di rinascere. Mentre erano all’opera è venuto giù un muro e i due sono rimasti intrappolati sotto tonnellate di pietre e mattoni. Sul posto, allertati dagli altri operai, sono arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri, e poi ambulanze e l’elisoccorso del 118. I soccorritori, in un primo momento, hanno sentito le voci dei due, che hanno risposto mentre li chiamavano. Ma è trascorso diverso tempo, con le operazioni che, sotto la montagna di mattoni e calcinacci, si sono rivelate alquanto difficoltose. E i due operai non ce l’hanno fatta. Li hanno estratti  quando era già tardi.

“Un fatto grave che ci addolora. L’ennesima tragedia che chiama in causa la mancanza di prevenzione e l’insufficienza dei controlli. Senza sicurezza non c’è dignità del lavoro”, scrive su twitter il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.”Una notizia terribile, devastante. Un costo umano insopportabile. Sono sconvolta, non si può morire così, non si può morire mentre si ricostruisce. Mentre attendiamo notizie più chiare sulla dinamica della vicenda, non possiamo che esprimere la vicinanza alle famiglie per i lutti. I soccorritori accorsi hanno trovato una situazione drammatica, altri  lavoratori si sono messi in salvo. Quanto dolore, quanta rabbia”: così la deputata del Pd Stefania Pezzopane.