Un uomo e una bambina sulle sue spalle avanzano lentamente in una galleria buia. La macchina da presa li precede e accompagna in un lungo piano sequenza necessario a far pervenire a chi guarda tutto il senso di fatica e di pesi interiori che da tempo abitano l’uomo. Una camminata sofferta che sfocia nelle urla di entrambi, urla di liberazione dal dolore, dalla stanchezza, dal lutto. Quell’uomo, Ingimundur, e quella bambina, Salka, sono nonno e nipote, protagonisti di A White, White Day – Segreti nella nebbia, opera seconda dell’islandese Hlynur Pálmason che dopo due anni (e aver vinto nel 2019...