Ci sono il catastrofico e la fantascienza, L’esorcista, Pinapple Express, il minotauro (qui demone) violentatore del poco visto Your Highness di David Gordon Green, I personaggi volanti di Chronicle, The Rapture….ma soprattutto il capostipite del demenziale contemporaneo, Kentucky Fried Movie, di John Landis in This Is the End, esordio alla regia della star di Apatow e Gordon Green Seth Rogen e di Evan Goldberg (produttore di Superbad e Funny People). I due cofirmano anche la sceneggiatura di questa commedia giocosamente autoreferenziale e miracolosamente poco spocchiosa in cui tutti gli attori interpretano se stessi. Insieme avevano scritto la sceneggiatura Superbad, i cui teen ager protagonisti si chiamavano Seth e Evan…..

Schivo e poco amante di Hollywood, il canadese Jay Baruchel (Knocked Up, Tropic Thunder) va a trovare il suo amico d’infanzia Seth Rogen, che prima gli offre una tonnellata di marijuana e poi lo porta, controvoglia, a un megaparty nella nuova villa di James Franco, un parallelepipedo di vetro e metallo zeppo di arte contemporanea orribile, in gran parte firmata dallo stesso padrone di casa. Michael Cera antipatico e fatto di coca, Paul Rudd come al solito, Jonah Hill rotondo e premuroso, Rihanna, Emma Watson molto British, Christopher Mintz Platz….. La Hollywood Twenty/thirty-something è presente in massa. Baruchel vuole andarsene perché non li sopporta e, mentre lui e Rogen fanno un salto al minimart locale, comincia la fine del mondo. Essendo a Los Angeles, tutti credono che sia un terremoto, fino a che un enorme cratere inghiotte parte del vicinato e molti ospiti della festa.

L’apocalisse secondo la commedia demenziale post-apatowiana è messa in scena come la parodia di un reality alla Survivor a base di arroganti, superficiali, attori di commedia tutti rinchiusi nella casa bunker di Franco che ritengono inespugnabile. L’idea è che li vorreste morti anche voi, perché sono uno peggio dell’altro. Jonah Hill dispensa falsa bontà New Age, poi si fa violentare da un mostro e diventa una versione grassottella di Reagan/Lynda Blair, Franco nasconde i crackers agli amici affamati, Rogen è vile, Danny Mc Bride (che non era nemmeno invitato alla festa) si installa in casa, fa fuori le razioni di cibo e di acqua e si masturba da tutte le parti. Armata di ascia e vestitino aderentissimo, ma trattata piuttosto male dal boys club, Emma Watson ricorda Jamie Lee Curtis in Halloween.

Rogen e Goldberg costruiscono un meccanismo a incastri in cui gli attori entrano ed escono dai film che hanno fatto in comune e dai rispettivi personaggi, esagerandone le qualità (specialmente quelle negative). In linea con quella apatowiana, anche se meno strutturata, la comicità di This Is The End è benevola, conciliante (non cattiva e interessante come quella dei Jackass). Così, pur con una fatica tremenda – visto che sono tutti cattivissimi- alcuni superstiti di questa rapture hollywoodiana ce la fanno ad arrivare in Paradiso –dove anche vestiti di bianco rimangono allegramente se stessi. Se si accetta il gioco di strizzatine d’occhio il film è molto divertente, molto You Tube, un happening che aspira a risucchiare il pubblico come i raggi blu che portano i buoni tra le nuvole. Un kolossal da telefonino (che in Usa ha incassato più di 90 milioni di dollari) che simula il look fatto in casa anche nelle riprese e negli effetti speciali. Certo, è costato 32 milioni di dollari. E John Landis è veramente un’altra cosa.