Una svastica di vernice nera per sfregiare la lapide con il nome di Tina Anselmi – partigiana e prima donna ministra della Repubblica Italiana – che si trova a Torino nel giardino in via San Marino, nel quartiere Mirafiori, che dallo scorso aprile è a lei intitolato. Staffetta partigiana con il nome di Gabriella, Tina Anselmi fu anche maestra, sindacalista e deputata della Dc. Morì nel 2016 all’età di 89 anni.

«Un gesto inqualificabile, che ci indigna profondamente e che condanniamo con fermezza – ha scritto sui social il sindaco di Torino Stefano Lo Russo -. Tenere viva la memoria è fondamentale anche per evitare gesti come questo». E l’Anpi definisce lo sfregio della lapide «un atto vergognoso e vigliacco. Un affronto intollerabile a Tina Anselmi, partigiana e protagonista dello sviluppo civile e democratico del Paese. La condanna sia unanime». Il ministro della Salute Roberto Speranza parla di una «vergogna senza limiti» ricordando anche che Tina Anselmi «è la madre del Servizio Sanitario Nazionale. Offendere lei significa oltraggiare la cosa più importante che abbiamo». Fu infatti Anselmi, nel 1978, a istituire il Ssn. L’anno prima firmò una legge per la parità di trattamento sul lavoro tra uomini e donne.

Tra le tante condanne nei confronti del gesto, quelle del segretario del Pd Enrico Letta, del segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, di Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista e dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, candidata con il Movimento 5 Stelle alle politiche del 25 settembre, ma anche quelle di Giorgia Meloni e del governatore leghista del Veneto, Luca Zaia.