A sentire i fondatori, tutto chiaro. «Roma è il nostro punto di partenza: è il nostro simbolo; o se si vuole, il nostro mito. Noi sogniamo l’Italia romana, cioè saggia e forte, disciplinata e imperiale». Così Mussolini in occasione del «Natale di Roma» sul proprio giornale, nell’aprile 1922. Ante marcia, quindi. Più astratto e generico Hitler, in un discorso al Reichstag del gennaio ’39, sei anni dopo la Machtergreifung, sei anni prima della fine: «Il debito che il germanesimo ha con l’antichità, nel campo dell’assetto statale ma poi anche del proprio sviluppo spirituale e nel settore della cultura in generale,...