L’Angelo Mai è stato restituito alla città di Roma. Lo ha disposto il tribunale del riesame che ha accolto il ricorso contro il sequestro giudiziario effettuato il 19 marzo scorso nell’ambito dell’inchiesta condotta dal Pm Luca Tescaroli sull’ipotetica «associazione a delinquere» che vede coinvolte 41 persone aderenti al comitato popolare di lotta per la casa. I giudici hanno concesso l’uso della struttura destinata agli spettacoli e alle attività culturali, ma hanno confermato il sequestro dell’«Osteria di Pina», dal nome di Pina Vitale, portavoce del comitato che ha lavorato dal 2013 come cuoca nel locale.

Lo stesso tribunale si è riservato di esprimersi sull’appello di Tescaroli che ha rinnovato la richiesta di 14 misure cautelari già respinta dal Gip. Le ragioni di queste misure sono venute meno quando gli occupanti delle ex scuole in via delle Acacie e in via Tuscolana sono stati deportati nei residence distanti anche decine di chilometri dal centro di Roma.

L’associazione Probasis onlus torna dunque in possesso della struttura regolarmente assegnata dal comune nell’ottobre 2009. Il sindaco di Roma Ignazio Marino e il suo vice Luigi Nieri ne avevano già chiesto il dissequestro, ma senza successo. Marino aveva riconosciuto nell’attività dell’Angelo Mai «un rilevante interesse per l’amministrazione comunale», mentre Nieri si era impegnato a sanare le «irregolarità amministrative» legate alla vendita di bevande e cibo e alla messa in sicurezza della struttura. Questa richiesta è stata più volte rivolta all’amministrazione dall’inizio di questa esperienza.

In mancanza di un riscontro, l’Angelo Mai si è fatto carico delle spese per le porte anti-incendio e per la bonifica dell’amianto che abbondava in uno spazio che sorge nel cuore del parco archeologico delle terme di Caracalla. Per ottenere la riapertura di una trattativa gli artisti hanno rioccupato simbolicamente l’Angelo Mai nel gennaio 2013. Con questa azione hanno cercato di portare all’attenzione uno dei principali problemi dei centri di cultura indipendenti oggi in Italia: non sono luoghi di intrattenimento come le discoteche, o associazioni culturali no-profit del terzo settore, ma un «terzo paesaggio» dove si produce cultura, teatro e musica. La richiesta è quella di riconoscere un’autonoma capacità di generare reddito.

Il dissequestro era stato richiesto in un appello da decine di artisti come gli Afterhours, Franco Battiato, Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Massive Attack, Elio Germano o Fabrizio Gifuni, oltre che da migliaia di persone che il 6 e il 25 aprile hanno partecipato a due concerti-happening nel vicino parco di San Sebastiano. Nessuno di loro ha creduto verosimile l’accusa secondo la quale gli occupanti del comitato popolare di lotta per la casa sarebbero stati costretti a lavorare gratuitamente all’Angelo Mai con la minaccia di essere allontanati dalle occupazioni a Centocelle e sulla Tuscolana. Per loro si tratta invece di un atto di solidarietà politica e mutualismo tra soggetti chi vive e lavora insieme da anni.