Nel 1981 Lamberto Lambertini pubblicò edito da Colonnese Il Principe di Sansevero. L’opera favolosa di Raimondo di Sangro. Da allora si sono moltiplicati i libri su Sansevero complice l’incremento consistente dei turisti che affollano ogni giorno la Cappella, ma il volume di Lambertini resta ancora oggi il migliore contributo esegetico per far luce sul misterioso Principe senza essere mai ristampato.

Lambertini, artista poliedrico, non ha mai abbandonato la figura di Sansevero che in qualche modo ha segnato il suo percorso artistico e esistenziale, ma non in maniera morbosa o ossessiva paralizzante.

Anzi da allora ha coltivato il suo naturale eclettismo facendo il pittore, il regista teatrale, radiofonico, cinematografico (Vrindavan Film Studios, Fuoco su di me ) e televisivo, legandosi ai Barra madre e figlio, Concetta e Peppe che continuano ad occupare la sua attività artistica: sull’una prematuramente scomparsa ha da poco terminato un documentario, con l’altro dirigendolo in una decina di spettacoli teatrali dei quali in particolare La cantata dei pastori, messa in scena da anni durante le festività natalizie, che continua a riempire i teatri.
E da alcuni anni il suo frenetico impegno artistico è assorbito prevalentemente dalla sua collaborazione con la Società Dante Alighieri per la quale ha riletto la Divina Commedia realizzando una versione in video dei 100 canti. Senza abbandonare mai l’idea di tornare su Sansevero non appena se ne fosse presentata l’opportunità. Che gli hanno dato i giovani fratelli Gianluca e Ilena Ragosta, che hanno voluto inaugurare la collana «Galassia Gutenberg» della neonata e agguerrita casa editrice Martin Eden proprio con una nuova, stravagante e personalissima versione del Principe di Sansevero intitolata Un Principe Dada (pp. 130, euro 14,00).

Sì, proprio con il richiamo esplicito alla parola con la quale Tristan Tzara designava il movimento artistico d’avanguardia da lui fondato nel 1916, il Dadaismo appunto. Una lunga passeggiata tra le vie di Napoli si trasforma in un memoir che porta alla luce i momenti più nascosti della vita dell’artista. Strutturato come un lungo dialogo con un alter ego immaginario, il vagabondaggio ripercorre le tappe di un’esistenza varia e intensa: gli anni universitari alla Facoltà di Medicina che abbandonò presto intuendo rapidamente che non avrebbe fatto mai il medico, per scappare a Parigi dove cominciò a dipingere e a intrecciare rapporti con il mondo artistico, l’incontro con Peppe e Concetta Barra e Roberto De Simone, l’interesse per il cinema e il teatro, l’esoterismo, le credenze popolari, il rapporto non sempre facile con Napoli. Il tutto sotto la guida invisibile dell’imprescindibile Principe di Sansevero.