Esattamente dieci anni fa usciva An Awesome Wave, l’album che catapultò come uno tzunami lo strano nome di una giovanissima band inglese nel panorama rock alternativo internazionale. La band si faceva chiamare Alt-J e il disco era davvero un qualcosa di inaudito, nel senso proprio di non ancora ascoltato, sonorità strambe date dal pianoforte, dalle chitarre, dal basso, da un uso preciso e non invasivo dell’elettronica e da una ritmica che sembrava quasi venire da utensili di uso comune piuttosto che da una vera e propria batteria. Da allora gli Alt-J, dopo aver perso per strada uno dei membri originari, hanno proseguito su una strada personalissima, e sebbene non abbiano mai saputo raggiungere le vette di quel disco hanno comunque mantenuto uno standard compositivo invidiabile, come si evince anche dall’ultimo lavoro, uscito lo scorso febbraio e intitolato semplicemente The Dream, dove appaiono anche, e spesso, sentori di blues e gospel “rivisitati”.

E PROPRIO per presentare dal vivo i brani che compongono The Dream, senza peraltro tralasciare alcuni dei “pezzi forti” del loro songwriting, gli Alt-J saranno in tour, per due sole date, nel nostro paese: domani alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per il Roma Summer Festival, e sabato 18 a Bari per il Locus Festival. Due appuntamenti tra i più rilevanti della stagione concertistica estiva nella Penisola, con una appendice a novembre, per l’esattezza il 12, quando i tre inglesi si ripresenteranno per una performance live al Mediolanum Forum di Assago, Milano.