Francesca uno, resto del mondo azzurro zero. L’esito della giornata campale di Arcore, pranzo con i figli belligeranti, pomeriggio con i capibastone sul sentiero di guerra, è secco. Lo si scopre quando il leader assediato, ancor prima che inizi il vertice di partito, dirama una nota che suona come un colpo di bastone sulla testa dei dirigenti impegnati nel braccio di ferro per strappare la candidatura alle europee. L’Interdetto invita gli alti ufficiali a mettere da parte «interessi personali, ambizioni individuali e difese di rendite». Li esorta a «fare quadrato per respingere ogni egoismo e costruire la Forza Italia del futuro». Parole senza appello: «Mi auguro che tutti ben comprendano la gravità del momento».

L’ex cavaliere, come da suggerimento della fidanzata, non concede niente. Tiene duro sulla decisione di non candidare i vari Fitto, Scajola e Verdini. Rinsalda la presa del nuovo gruppo dirigente, al quale si va aggiungendo chi più rapidamente ha trovato modo di mettersi al riparo: il redivivo Tajani, ma anche Brunetta. All’angolo i duri, invisi al nuovo potentissimo cerchio magico, composto da Francesca Pascale e dagli astri in ascesa Maria Rosaria Rossi e Toti.

Se lo stop sulla candidatura dei leader per le europee segna un punto a vantaggio dei nuovi dirigenti, il pranzo con la famiglia era andato di fatto nella stessa direzione. Di candidature non si era parlato, ma proprio in questo consiste la vittoria dei nuovi arrivati. Papà la decisione di non mettere in lista nessuno dei pargoli la aveva già presa sabato, e si trattava di uno smacco non per Marina, che alla candidatura tiene poco (così dice), ma per Barbara, che non vede l’ora di passare alla politica. Secondo voci numerose ma incontrollabili, qualche speranza la ragazza la conservava. Per il momento il semaforo resta rosso.

L’ultima parola non è detta. Non è certo che i bastonati accettino di chinare la testa. Le voci di possibili «reazioni forti», dall’uscita dal partito di Verdini alla rappresaglia in termini di voti nel sud di Fitto alla cospirazione per far saltare il bilancio del partito sono continue. In secondo luogo, la preoccupazione principale di Berlusconi resta la sentenza del tribunale di sorveglianza di Milano. Fissata per il 10 aprile slitterà forse di qualche giorno, costringendo Fi a presentare le liste a ridosso della decisione dei giudici.

E’ il contrario di quel che auspicava Berlusconi, che avrebbe voluto avere tempo di decidere sapendo quale e quanta disponibilità di movimento gli verrà lasciata. Difficilmente sarà così, e nello stato d’animo nel quale versa il condannato, ogni ripensamento resta possibile. Sospesa anche la decisione sulla candidatura della fidanzata. Pare che ci tenga parecchio.