In Fare fuoco (Sem, pp. 250, euro 16), Daniele Garbuglia toglie volontariamente all’epica brigatista tutto l’armamentario ideologico, la retorica del linguaggio dottrinario dello scontro frontale, lasciando, con un’asciuttezza di scene e capitoli brevi e serrati, il nudo spazio esistenziale dei personaggi e i loro movimenti tra una provincia di formazione e la metropoli dove colpire al cuore. Quasi come se le azioni atemporali avessero perso il loro contesto, e tutta la mitologia anche dei luoghi simbolo, mai interamente nominati o connotati, che ormai sono un pezzo lacerato della nostra storia. È UN’OPERAZIONE letteraria, soprattutto di sguardo e di punti di...