È solo un rumor ma indicativo dei tempi che corrono e della commistione tra stampa e governo: l’Eni avrebbe intenzione di vendere l’Agi, l’agenzia giornalista fondata nel 1961. Se già questa è una mezza rivoluzione nel quadro editoriale italiano, è il presunto acquirente che mette in allerta gli oltre 70 giornalisti della testata.

L’interessato sarebbe infatti Antonio Angelucci, re delle cliniche private, senatore leghista e editore di riferimento della destra alla quale ha già consegnato ben tre testate: Il Giornale, Il Tempo e Libero.

E con un cospicuo appetito nel campo che lo ha portato, tempo fa, a valutare anche l’acquisto di Radio Capital dal Gruppo Gedi. Nessuno si stupirebbe, quindi, se ambisse anche ad avere un’agenzia di stampa, peraltro già diretta da Mario Sechi, oggi alla guida di Libero.

«Non ne sappiamo niente – dicono fonti della redazione – ci sembra strano però che Eni si voglia liberare così di un suo fiore all’occhiello».

E anche l’ufficio stampa del colosso dell’energia, interpellato, dichiara di averlo appreso a sua volta da fonti di stampa. Il tempo dirà se questa trattativa esista davvero.