Questa rubrica ha l’obiettivo di durare il meno possibile. Il 13 settembre abbiamo consegnato alla Camera le firme per attivare l’iniziativa delle leggi – come da Costituzione – sulla proposta per la legalizzazione dell’eutanasia. Grazie a «il manifesto», fino a quando il Parlamento non si sarà espresso renderemo conto settimanalmente di quanto accade dentro e fuori dal Palazzo: chi sostiene e chi si mette di traverso, chi prende impegni e chi li rispetta, chi decide di trasformare il proprio dramma in battaglia di libertà per tutti. L’obiettivo è che il cittadino italiano conquisti lo stesso diritto di quello olandese o belga a decidere sulla propria «morte opportuna», come il teologo Pohier definiva l’eutanasia. Quella «morte opportuna» che Loris Fortuna prima e Piero Welby poi hanno cercato di inserire nell’agenda politica italiana. Continuiamo a provarci. Anche con il vostro aiuto, contiamo di farcela.

Marco Cappato, promotore della campagna Eutanasia legale

 

Al Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica Andrea Boggio ha presentato l’Indice della libertà di ricerca e autodeterminazione che mostra come l’Italia si trovi tra Brasile e Croazia al 35° posto della classifica. Nell’indicatore della libertà sul fine vita, l’Italia si aggiudica il 25° posto in una graduatoria di 35 paesi, come Cina e Yemen.

Il 18 marzo Giorgio Napolitano ha inviato una lettera aperta a Carlo Troilo, consigliere dell’Associazione Luca Coscioni, in cui ha ribadito, come nel 2006 rispondendo a Piergiorgio Welby, che «il Parlamento non dovrebbe ignorare il tema delle scelte di fine vita» aprendo così qualche spiraglio sui media. Dalla Commissione Affari sociali alla Camera si sono levate le voci di Patriarca (Pd) disponibile a parlare di testamento biologico «ma senza sfociare nell’eutanasia» e di Binetti (PI) che parla di «rifiuto della vita». Nella Capigruppo, la presidente della Camera Boldrini ha sottoposto il tema alle forze politiche «per le valutazioni che riterranno di dover fare». Se nel Pd e in Forza Italia, così come tra M5S, Lega, Sel e Scelta Civica, non mancano singoli parlamentari favorevoli, nessuno ha finora avuto la forza di calendarizzare il dibattito. Galan (Fi) si dice convinto che a bloccare il dibattito ci sia «il patto che sorregge il governo, un accordo tra Renzi e Alfano sul fatto che questa roba non si affronti proprio».

L’attesa. I 78.821 firmatari della proposta di legge popolare per l’eutanasia legale aspettano una risposta da 212 giorni. Il presidente della Repubblica da 26 giorni.

*Associazione Luca Coscioni – www.eutanasialegale.it