Non siamo ancora al «what ever it takes» del suo predecessore Mario Draghi, ma non manca moltissimo. Con il mercato bancario europeo in fibrillazione per il crollo di Ubs, la presidente Christine Lagarde cerca di rassicurare i mercati: la Bce «è pienamente attrezzata per fornire, se necessario, un sostegno di liquidità al sistema finanziario dell’area dell’euro e per preservare la regolare trasmissione della politica monetaria».

Per Lagarde l’atlantico è un cordone sanitario che garantisce. La slavina cominciata in California con Silicon Valley Bank che ha già colpito altri due istituti di credito statunitensi, è storia diversa rispetto all’isolata Svizzera: niente contagio fuori dai quattro cantoni. Sono «molto diversi» tra loro, «non credo si possa parlare della stessa causa e della stessa diagnosi», spiega senza convincere alcuno.

PARADOSSALMENTE IL TRATTATO che Lagarde difende e sostiene abbia già dimostrato di funzionare si chiama Basilea 3, città che risulta essere sempre in Svizzera. Mentre Ubs ha rilevato la storica rivale Credit Suisse, la presidente della Bce chiarisce nel corso della lunga audizione in Commissione al Parlamento Ue: «Il settore bancario dell’area euro è resiliente, con forti posizioni di capitale e liquidità». Poi però è costretta a specificare: «Valutiamo la capacità delle banche di gestire il rischio, facciamo esercizi regolari. La liquidità e le posizioni patrimoniali delle banche europee sono molto soddisfacenti, con coefficiente di copertura. Il settore bancario dell’area euro è resiliente, con posizione di capitale e liquidità solide».

Lagarde entra più volte nello specifico per far sapere che l’esposizione delle banche europee al Credit Suisse «è molto molto limitata». E ancora: «Accolgo con favore l’azione rapida e le decisioni prese dalle autorità svizzere. Queste azioni sono state fondamentali per ripristinare condizioni di mercato ordinate e garantire la stabilità finanziaria».

Leggermente meno ottimista è il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco: «Il sistema finanziario europeo non è direttamente coinvolto, il problema per noi – sottolinea Visco – è sostanzialmente un problema di rischi di contagio, perché la fiducia è qualcosa di molto impalpabile da mantenere e la vigilanza ne è ben consapevole». Quindi bisogna stare estremamente attenti agli «sviluppi finanziari che si sono verificati fuori dall’area euro» che «possono avere un impatto e rappresentano un ulteriore elemento di incertezza, anche se l’economia – tranquillizza il governatore italiano – ha dimostrato una resilienza superiori alle attese».

TUTTI SI CHIEDONO ORA SE la crisi bancaria cambierà la strategia della Banca centrale europea nel combattere l’inflazione. La risposta di Lagarde per ora è un «no». «Si prevede che l’inflazione rimarrà troppo alta per troppo tempo». Dopo l’aumento di 50 punti della settimana scorsa dunque la Bce è pronta a nuovi aumenti «in linea con la nostra determinazione a garantire il tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%». «L’elevato livello di incertezza – prosegue – rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati», sebbene, conceda Lagarde, «è stato ragionevole invece non indicare quali potranno essere le future decisioni».
Insomma: quasi come se nulla fosse successo.