Siete alla ricerca di una nuova, esotica, ed appassionante meta subacquea per le vacanze estive? Niente paura, abbiamo quello che fa per voi. Maldive, Fiji o Caraibi? Niente di scontato, nulla di tutto ciò: Bahrain (o Bahrein, è uguale). So che qualche lettore ben informato si starà chiedendo: «Immersioni nel Regno del Barhain? Impossibile». In effetti stiamo parlando di un caldo staterello del Golfo persico composto da 33 isole, molte delle quali disabitate perché inabitabili, grande come un quarto della Val d’Aosta.

QUALE ALLORA IL MOTIVO DI QUESTA FINORA sconosciuta meta subacquea? Particolari condizioni marine che consentono grande quantità di pesce (tipo Sardine Run in Sudafrica), oppure presenza abituale di grandi predatori (come alle Fiji), o infine magnifiche barriere coralline come nei mari tropicali di mezzo mondo? Assolutamente no. Perché in effetti sotto la superficie del mare non c’è nulla, e sotto la roccia e la sabbia solo tanto, tanto petrolio. Appunto.

L’ORO NERO CON LE INCREDIBILI ricchezze che è in grado di generare, ha portato ovviamente molti paesi dell’area a progettare incredibili trasformazioni del territorio: pensiamo ad esempio ai famosi skyline degli Emirati o di Dubai, dove è stata costruita persino una pista da sci. In questo il regno del Bahrein non è diverso dagli stati vicini e Manama, la capitale e pressoché unica città del paese, non si discosta da Abu Dhabi o Doha. L’oro nero ha anche favorito l’immigrazione: su di una popolazione di 1.400.000 abitanti, il 40% di essi è costituito da immigrati, soprattutto di origine asiatica, dedito ai lavori più umili; quelle occupazioni che chiaramente i bahreiniti, sudditi di una monarchia divenuta reale, con pochi diritti civili e nessuna considerazione per le donne, non sono più disposti a svolgere. Sentono però che c’è una ineguale ripartizione degli utili, e dal 2012 chiedono di poter godere maggiormente dei profitti, in mano soprattutto alla famiglia reale.

COSA C’ENTRA LA SUBACQUEA CON TUTTO QUESTO? Il Bahrein aprirà ad agosto, vicino alla costa nord dell’isola principale, il parco subacqueo più grande del mondo, per un’ampiezza complessiva di 100 mila metri quadrati. Il fiore all’occhiello del parco acquatico, creato dalla BTEA, la Bahrain Tourism and Exibitions Autority, sarà un Boeing 747 lungo 70 metri, affondato appositamente in circa 20 metri di profondità.

Il Ministero dell’Industria, Commercio e Turismo ha assicurato che è stata fatta una precisa operazione di messa in sicurezza ed eliminazione di ogni sostanza potenzialmente inquinante. Il ministro Zayed Bin Rashid Al Zayani, che ricopre anche la carica di chairman della BTEA, ha dichiarato: «Siamo orgogliosi di lanciare questo progetto unico ed eco-friendly creato in associazione con il Concilio Supremo per lo Sviluppo, i diving center locali, ed il settore privato. Il nuovo parco marino diventerà sicuramente un’attrazione turistica globale. L’aereo è stato completamente decontaminato da tutte le sostanze tossiche, ed è stato fatto ogni sforzo possibile per limitare l’impatto sull’ambiente ed operare in maniera protettiva in favore della preservazione della vita animale, lavorando nella ricerca dell’ecologia marina».

ANCHE SE I RELITTI SONO UN OTTIMO modo per creare reef artificiali che richiamano vita marina sessile e pesci, i ricercatori hanno qualche dubbio sull’identità eco-friendly (per usare la locuzione del ministro) dell’affondamento di un Boeing 747 da 440 tonnellate. Adriana Humanes dell’Università di Newcastle in Gran Bretagna, ha per esempio affermato: «Poiché le pareti coralline in buono stato stanno diventando sempre meno abbondanti, ed i subacquei sono invece sempre più esperti ed alla caccia di emozioni, alcuni governi hanno cominciato a creare reef artificiali come popolare alternativa per attrarre visitatori e turismo subacqueo». Concetto che in effetti non necessitava di una ricercatrice universitaria per essere formulato. Il turismo porta soldi e qui i soldi hanno creato, dal nulla, un’attrattiva turistica. «Per quanto ripulito dalle sostanze tossiche, l’aereo è costituito da numerosi elementi, metalli pesanti soprattutto, che a causa della corrosione data dall’acqua di mare, possono passare nell’ambiente ed avvelenare gli organismi che vivono nella zona» ha continuato Adriana Humanes.
Non è l’unico caso di affondamento di aerei a scopo turistico-subacqueo: altri sono stati effettuati in passato ad Aqaba in Mar Rosso (un C130), a Miami negli Stati Uniti (un Boeing 727) ed in Turchia a Kusadasi (un Airbus A300). Questo sarà però l’esemplare visitabile più grande del mondo.

OLTRE ALL’AEROPLANO, IL PARCO VEDRÀ la presenza di altre meraviglie, fra cui la casa di un mercante di perle (uno scherzo di 900 metri quadrati), un parco di statue artistiche, numerose imbarcazioni ed un reef tutto artificiale. Insomma, non si è certo badato a spese.

Attirerà subacquei e visitatori dal mondo? In altre parole, io, che sono un subacqueo, ci andrei ad immergermi laggiù? Per me un’immersione su relitto è un’immersione nella storia. Studiarne le vicende è ricordare chi ci ha vissuto e i meno fortunati che magari su di esso hanno perso la vita. Mi immergerei in un acquario artificiale? Vi rispondo in questo modo: mi piacciono le cose naturali, mi danno più emozione.