Un piccolo drone da sette etti e pale da quasi un metro e mezzo di diametro si è alzato in volo per 40 secondi. Non sarebbe proprio notizia da prima pagina, se non fosse che questo robotino automatizzato lo ha fatto a circa 285 milioni di chilometri da noi, e concretamente sul pianeta Marte, nel cratere Jezero. L’agenzia spaziale statunitense, mai aliena a iperboli, l’ha paragonato al momento in cui i fratelli Wright fecero volare il primo velivolo a motore nel dicembre del 1903 nel North Carolina.
Stavolta si tratta invece del piccolo elicottero Ingenuity, che viaggiava nella pancia del rover da una tonnellata (sulla terra) Perseverance, atterrato (fra altrettante fanfare) il 18 febbraio sul pianeta rosso.

CI SONO DIVERSI MOTIVI per cui, effettivamente, si tratta di un’impresa meritevole di essere celebrata: è la prima volta, come ha sottolineato l’ingegnera della Nasa Mimi Aung, project manager di Ingenuity, «che gli esseri umani hanno fatto volare un aerogiro su un altro pianeta». Il che non è banale, considerando che la densità dell’aria a livello del suolo sul pianeta è circa l’1% rispetto a quella terrestre, il che equivale alla densità dell’atmosfera a circa 16 km dalla superficie del nostro pianeta; e il nostro record sulla terra per un elicottero è stato raggiungere i 12.4 km.

L’ELICOTTERINO, alto mezzo metro e che funziona a energia solare, ha raggiunto i tre metri di altitudine grazie a due motori che ruotano in senso opposto (2400 rotazioni al minuto), che grazie alla minore gravità marziana, hanno sollevato gli 1,8 chili di massa (che su Marte pesano appunto circa 680 grammi).
Dal punto di vista tecnico, dopo aver depositato Ingenuity sul suolo marziano aprendo uno sportello nella parte inferiore del rover, Perseverance si è allontanato di qualche metro, lasciando il piccolo elicottero sul terreno. Dopo una serie di controlli tecnici durati qualche giorno, complicati dal fatto che ci vogliono quasi 11 minuti perché un segnale arrivi da Marte alla Terra, più altrettanti per tornare indietro, ieri mattina Ingenuity ha spiccato il volo in maniera automatica per poi atterrare senza danni qualche decina di secondi dopo.

NEI PROSSIMI 31 GIORNI ci saranno altri cinque voli, che dureranno al massimo un minuto e mezzo e saranno ripresi dalla telecamera di Perseverance – e chiunque abbia scaricato un video di grandi dimensioni da internet prima dell’arrivo del 3G può capire perché ancora non abbiamo il video dell’impresa.
Quelle di Ingenuity sono comunque prove tecniche per verificare la fattibilità di questo esperimento: nel futuro, la speranza della Nasa è di poter coadiuvare l’esplorazione di altri pianeti con droni che possano raggiungere luoghi più impervi. Intanto però l’agenzia americana non si lascia scappare l’opportunità e propone di battezzare la pianura marziana di 10 metri per 10 su cui ha volato Ingenuity Pianura Fratelli Wright.