«Non avrò pace fino a che l’ultimo bambino in Italia sottratto ingiustamente alla propria famiglia non tornerà a casa da mamma e papà. Andremo fino in fondo, non solo sui 10 mila bambini portati via alle famiglie in Emilia-Romagna, ma in tutta Italia». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha spiegato che è troppo occupato a risolvere «i problemi legati alla criminalità e alla vita vera» per potersi recare oggi in Senato, insieme al premier Giuseppe Conte, per riferire al Parlamento sull’affaire dei presunti fondi russi alla Lega e dell’incontro corsaro al Metropol di Mosca, ma ieri ha trovato il tempo di raggiungere Bibbiano per tenere un comizio. Un comizio senza freni, in cui ha mostrato tutta la sua fiera spregiudicatezza.

FRASI AD EFFETTO e numeri dati a caso (a fine 2014 in tutta Italia i minori in affidamento erano 14.020, secondo il rapporto del Centro nazionale «Affidamenti familiari e collocamenti in comunità» pubblicato nel numero 40 della collana del Ministero del lavoro e delle politiche sociali Quaderni della ricerca sociale), che hanno sortito l’effetto desiderato. È stato, infatti, un vero bagno di folla, quello del leader della Lega, acclamato nella piazza del paese al centro dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti di minori. «Matteo, Matteo, vogliamo giustizia», gridavano alcuni per richiamare l’attenzione del vicepremier. Salvini si è avvicinato loro, ha stretto mani e si è fatto baciare da un’anziana signora, foto perfetta per i social.

Per carità, il ministro ci tiene a precisare che non è stato lì, in «un martedì pomeriggio, per attaccare Renzi o Zingaretti sui bimbi di Bibbiano, evidentemente». «Non mi interessa – dice – associare una schifezza come questa a questo o a quel partito. Anche perché mi auguro che denunce simili arrivino anche da altre realtà e città italiane, da altre case famiglia. Non mi interessa il colore politico perché qui ci sono da salvare dei bimbi». E perbacco, anche nella spregiudicatezza ci vuole un po’ di equilibrio.

E COSÌ IL LEADER del Carroccio che aspira a fare le cose in grande condisce il tutto di un pizzico di buonismo razzista, che non guasta mai. «Conosco tante realtà cattoliche che trattano questi figli come se fossero i loro figli, che effettivamente vengono portati via da situazioni di degrado e violenza. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio», puntualizza, saggio, Salvini. E poi giù di nuovo con la clava: «Ogni volta che vado a visitare un campo rom mi domando perché i tribunali dei minori non vadano nei campi rom a portare via quei bimbi. I servizi sociali sono implacabili con i genitori italiani che hanno perso il lavoro e hanno qualche problema a pagare le bollette, mentre per chi educa i figli al furto fin da quando hanno un anno è tutto normale così». L’applauso è assicurato.

Salvini poi annuncia che «entro i primi di agosto verrà approvata la proposta della Lega sulla commissione d’inchiesta delle Case famiglia». E invita «chiunque sia a conoscenza di altri abusi, ovunque in Italia, di segnalarli al ministero dell’Interno, se vuole anche dietro anonimato e faremo tutte le verifiche del caso».

PERCHÉ, CONCLUDE il leader del Carroccio, «ho visto lucrare sulla pelle degli immigrati, degli anziani nelle case di riposo. Qua però si ruba la vita a bimbi di quattro, cinque, sei anni che hanno un futuro davanti. Sicuramente è una sconfitta. Sono qua per dimostrare che lo Stato poi c’è, magari in ritardo ma c’è».

E Luigi Di Maio? Il ministro del Lavoro, che è stato il primo a buttarsi a capofitto nello “sfruttamento” dell’affaire minorile, etichettando il Pd come «il partito di Bibbiano», non si fa certo distanziare da Salvini su questo terreno. «Presto – ha detto ieri il leader del M5S parlando da Napoli – sia io che il ministro Bonafede saremo a Bibbiano, perché il ministro illustrerà la squadra speciale che si occupa di tutela dei minori. È veramente vergognoso il silenzio del Pd, Renzi dice che gli faccio schifo, a me fa schifo il loro silenzio sul caso Bibbiano».

ANCHE LA PRESIDENTE della commissione Infanzia, Licia Ronzulli, vorrebbe “sfruttare” la situazione per accelerare l’iter della legge di riforma degli affidi di cui è prima firmataria, citata anche da Salvini: «Bisogna approfittare di questa attenzione sul tema degli affidi per fare qualcosa di utile – ha affermato la senatrice di FI – trasformare la rabbia e lo sconcerto di molti in una buona riforma delle norme che regolano gli affidi». Salvini ci sta. Il fronte si allarga.