È il day after del ciclone Cleopatra. Dei funerali, celebrati ieri pomeriggio a Olbia con la partecipazione della ministra Cecile Kyenge, del lavoro febbrile delle squadre della protezione civile e dei vigili del fuoco e delle polemiche sulle cause del disastro. Il fuoco alle polveri è stato dato dal presidente dei Verdi, Angelo Bonelli: «I rappresentanti delle istituzioni la smettano di recitare il ruolo dei commedianti che accorrono sul luogo delle tragedie, fanno sopralluoghi e promettono stanziamenti mentre continuano ad approvare programmi edilizi e urbanistici che sfasciano il territorio come ha fatto il governatore della regione Sardegna Cappellacci». Gli ambientalisti di Legambiente, Wwf e Fai lo seguono a ruota e chiedono al ministro dei Beni culturali Massimo Bray di fermare il tentativo della giunta Cappellacci di stravolgere le regole contro la speculazione edilizia introdotte dal suo predecessore Soru.

Bonelli se l’è presa con «le zone a “burocrazia zero” del decreto del fare del governo Letta, aree in cui si può aprire una fabbrica o un albergo in spregio anche delle norme paesaggistiche e di tutela idrogeologica. Anche sugli alvei fluviali, come nella Sardegna dell’abusivismo. Mentre si continuano a lesinare soldi alla messa in sicurezza del territorio prediligendo le grandi opere inutili per le quali i soldi ci sono. Undici miliardi al Mose; venti miliardi per la Tav in Val di Susa». «Pochi giorni fa – ha aggiunto Bonelli – la giunta del governatore Cappellacci, che ha sorvolato le aree inondate in elicottero, ha demolito il coraggioso piano paesaggistico di Renato Soru, che aveva provato a fermare il cemento dilagante. Per Cappellacci il futuro della Sardegna è nel costruire villette a schiera anche sulle coste ancora scampate al cemento e all’abusivismo».

La risposta del presidente della Regione non si è fatta attendere: «Mentre la Sardegna pensa a soccorrere chi sta vivendo sulla propria pelle le conseguenze dell’alluvione, spiace che qualcuno pensi solo a ciniche speculazioni politiche. L’onorevole Bonelli mente sapendo di mentire – ha attaccato Ugo Cappellacci -. In primo luogo perché la revisione del piano paesaggistico non modifica le cautele previste con riferimento ai fiumi e in secondo luogo perché ancora oggi sono vigenti le norme del piano paesaggistico di Soru. Si renda conto Bonelli che nel momento delle alluvioni avvenute in Sardegna c’era un solo piano in vigore ed era proprio quello voluto dall’ex presidente».

Chiamato in causa, Renato Soru ha replicato duramente. In un’intervista a Radio Capital, l’ex governatore ha ricordato come nella legislatura in corso, il centrodestra abbia fatto di tutto per rimuovere i vincoli di tutela contenuti nel piano di assetto idrogeologico approvato a suo tempo – insieme al piano per la tutela del paesaggio – dalla sua giunta. «Oggi piangiamo tanti morti – ha detto il fondatore di Tiscali – perché nella ricca Arzachena una famiglia intera viveva in una cantina. Ma lei lo sa che ho assistito a una riunione del consiglio regionale in cui persone che hanno un ruolo politico importante nella zona di Arzachena hanno chiesto, contro i vincoli del piano idrogeologico, che fossero dichiarate abitabili proprio le cantine? Il turismo non ha bisogno di questa stupidità, di questa follia. Gli ingordi che hanno combattuto chi metteva regole giuste oggi piangono con noi gli annegati. Il piano per la tutela del paesaggio approvato dalla mia giunta ha messo limiti severi sulle coste e sulle zone interne. Ebbene, proprio in questi giorni quel piano è sotto attacco: stiamo lottando contro il tentativo dell’attuale giunta regionale di stravolgerlo. Tra le altre cose, nel nuovo piano che Cappellacci vorrebbe far passare si propone che siano dimezzate le distanze entro le quali si può costruire a partire dalle rive dei fiumi. Mentre la Sardegna è sommersa dal fango, combattiamo per impedire questa e altre vergogne».

Sulla stessa linea di Soru è Leopoldo Freyrie, presidente del consiglio nazionale degli architetti: «Era già tutto scritto e ora è del tutto inutile scandalizzarsi. Almeno ci si risparmi la farsa di indicare nei cambiamenti climatici la responsabilità di questa ennesima tragedia. Urbanizzazione selvaggia, scellerato consumo del suolo, disprezzo e violazione di ogni norma di pianificazione: mischiati assieme, questi fattori uniti all’arroganza e all’assoluta mancanza di una visione di lungo periodo di una classe politica sorda a tutti i suggerimenti, hanno portato alla conta dei morti di queste ore».

E intanto è partita la gara di solidarietà. Mobilitati anche gli operai cassintegrati dell’Alcoa che hanno dato la disponibilità a collaborare con la protezione civile.