Abc, l’azienda speciale che gestisce il servizio idrico nella città di Napoli, che al momento rappresenta l’unica realtà ad aver attuato la volontà popolare ampiamente espressa da 27 milioni di cittadini, è sotto attacco. È sotto attacco per quello che rappresenta, per aver dimostrato che è possibile immaginare un “pubblico diverso”, che rifugga dai vizi e dalle patologie del passato, ispirandosi, attraverso uno statuto del tutto innovativo, ai principi della trasparenza, dell’informazione e soprattutto della partecipazione dei cittadini. Fino a questo momento l’attacco ad Abc era arrivato dai governi (Berlusconi, Monti, Letta), dall’autorità per l’energia e del gas, da pressioni lobbistiche non solo domestiche che, in parte, ruotano intorno a Federutility.
La Puglia, sin dall’inizio, si è fatta paladina, seguita da altre regioni, della reazione avverso le politiche dei suddetti governi, sostenendo l’illegittimità costituzionale di norme che avevano offerto una interpretazione autoritaria del primato della democrazia della rappresentanza sulla democrazia partecipativa. La Corte costituzionale, innovando la sua giurisprudenza, ha a più riprese, in particolare con la sentenza n. 199 del 2012 e seppur con toni diversi con la recente sentenza n. 229 del 2013, affermato il principio del vincolo referendario di cui all’art. 75 della Costituzione. Insomma, i tentativi di reintrodurre in tema di gestione dei servizi pubblici locali, discipline analoghe a quelle abrogate dal referendum del 2011, sono stati arrestati.
C’è bisogno ovviamente di una nuova legge – alla quale sta lavorando con grande impegno il Forum dei movimenti per l’acqua bene comune e il gruppo interparlamentare – che consenta ad Abc e alle esperienze analoghe che verranno una migliore funzionalità. Abc, pur dimostrando concretamente la legittimità del processo di trasformazione e della gestione pubblica, sostenendo con forza l’esistenza di un diritto pubblico europeo dell’economia alternativo al totem del diritto della concorrenza, si è mossa tuttavia su un terreno minato. Un terreno che va sminato con leggi che, in coerenza con il diritto europeo più illuminato, sappiano dare un rassicurante fondamento giuridico al nuovo modello di pubblico, quel pubblico che si candida a gestire per l’appunto i beni comuni.
In questo scenario, in maniera più o meno clandestina, viene approvato dalla Regione Campania un disegno di legge di riordino del servizio idrico integrato. Un testo calato dall’alto, adottato, nonostante le ripetute richieste, senza ascoltare né i comuni né i comitati. Ora che lo abbiamo potuto leggere capiamo i motivi di tale segretezza: la costruzione di un modello che favorirebbe la Go.Ri. spa, la società che, forte di trasversali aderenze poli[============]tiche, gestisce da anni in maniera fallimentare il servizio idrico di un’ampia parte della provincia di Napoli.
Infatti, in assoluta violazione dei principi di tutela ambientale e del territorio, si verrebbe a costituire un nuovo ambito territoriale Napoli-Caserta in ossequio ai principi di geografia politica. L’assemblea d’ambito, che è l’organo composto dai sindaci dei comuni ricompresi nell’Ato, quindi da tutti i sindaci delle province di Napoli e Caserta, sceglie il gestore coordinatore del servizio integrato con le modalità di affidamento previste dalla legislazione nazionale e comunitaria. A sua volta il gestore coordinatore pone in essere attraverso una convenzione rapporti di servizio con gli altri gestori che operano nella stessa articolazione territoriale. L’assemblea d’ambito affida al soggetto coordinatore la gestione dei servizi oggetto dei contratti d’affidamento scaduti o decaduti.
Questo è il quadro! Cosa fare? Al di la del dato formale (ovvero degli attuali affidamenti che presentano tutti vizi procedurali e che comunque porrebbero la Go.Ri. in una posizione più vantaggiosa) Abc si candiderà con determinazione, nel pieno rispetto del diritto europeo e della volontà referendaria, cosa che ha già fatto da tempo con atti formali, ad essere gestore coordinatore (ne ha tutti i titoli), proseguendo altresì il progetto di trasformazione in azienda speciale consortile con l’adesione di tutti quei comuni che già avevano espresso tale intenzione. In sede di dibattito consiliare, che a questo punto si porrà all’attenzione nazionale, si faranno presenti tutti quei profili tesi a valorizzare e salvaguardare il ruolo di Abc.