Uno spiraglio che non lascia tranquilli sindacati e lavoratori. Ieri nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo economico tra sigle confederali e vertici Whirlpool, lo scoglio da superare sono le chiusure dei siti di Carinaro nel casertano e None nel torinese, oltre al trasloco delle produzioni di Albacina a Melano. Esuberi previsti tra gli operai 1.350 unità, di cui 815 in Campania. La novità di ieri è stata la disponibilità dell’azienda a verificare la possibilità di reperire, nei siti fuori dall’Italia, nuovi volumi produttivi in aggiunta a quelli già previsti, che renderebbero possibile modificare il piano. Dal tavolo però non è stata tolta la chiusura della fabbrica casertana. Lunedì il sottosegretario al ministero del Lavoro, Teresa Bellanova, sarà a Carinaro per incontrare i parlamentari campani, il prefetto, i rappresentanti della regione, i sindaci dell’area e le parti sociali. Lunedì i sindacati dovrebbero definire la data dello sciopero generale della provincia casertana, probabilmente prima delle elezioni regionali di fine mese. Martedì è previsto un nuovo round al Mise in sede ristretta, senza cioè le delegazioni locali, convocato dal ministro dello Sviluppo Federica Guidi, parteciperà anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti. «Il 12 maggio al tavolo con il governo ci aspettiamo che si avvii il confronto con l’obiettivo di sciogliere i principali nodi critici, che per quanto ci riguarda sono le chiusure di None e Carinaro, gli unici considerati a oggi strutturali dall’azienda. La soluzione va trovata identificando i volumi di prodotto e le piattaforme con cui confermare e rilanciare l’attività produttiva a Carinaro» spiegava al termine della riunione di ieri il segretario nazionale Fim, Michele Zanocco.
«Siamo soddisfatti dell’andamento del dialogo iniziato lo scorso 29 aprile. Abbiamo avuto modo di approfondire nei dettagli tutti gli aspetti del piano industriale con le rappresentanze sindacati – il commento dell’ad Italia di Whirlpool, Davide Castiglioni -. Siamo fiduciosi». Non così fiduciosa la controparte: «Per la prima volta l’azienda ha detto che sta provando a verificare la possibilità di portare ulteriori volumi protettivi dall’estero in Italia – racconta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella -. E’ uno spiraglio per gli stabilimenti anche se non hanno detto nulla di più preciso».

Il problema è che le aperture dell’azienda statunitense riguarderebbero aumenti di volumi prodotti in Campania, dove la Whirlpool ha un altro stabilimento a Napoli che, per altro, va avanti con il contratto di solidarietà perché ci sono circa 230 esuberi. «Se si tratta di spostare il personale, sparpagliandolo in giro per le fabbriche del gruppo o accompagnandolo fuori con gli ammortizzatori sociali o ancora far salire la produzione tanto per tirare a campare allora non ci siamo – spiega Massimiliano Guglielmi della Fiom – Quello che vogliamo è una missione produttiva e investimenti in ricerca e sviluppo, che ci assicurino un futuro a Carinaro». La regione Campania promette un nuovo investimento di 50 milioni. La Whirlpool dice di aver appreso dello stanziamento ieri al tavolo ministeriale. Il 12 dovrà dare una risposta su questo. Il 16 maggio il premier Renzi sarà a Napoli, la Cgil lo invita a fare visita alla Indesit.