C’è un aforisma molto noto di Friedrich Nietzsche, pubblicato all’interno di Al di là del bene e del male, che sembra attanagliarsi perfettamente alla protagonista dell’ultimo romanzo di Piergiorgio Pulixi, che recita: «Chi lotta contro i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te». Infatti, Rosa Lopez, commissario a capo dell’antiterrorismo milanese, al centro delle vicende narrate in Lo stupore della notte (Rizzoli, pp. 361, euro 18. Il libro sarà presentato Mercoledi 11 – ore 21 – all’interno dell’iniziativa Street books – htpp://streetbooks.it – di Dolianova, in provincia di Cagliari), è una che si trova continuamente a dover varcare il sottile confine che separa il bene dal male. Un po’ come Biagio Mazzeo, poliziotto corrotto protagonista di vari altri romanzi di Pulixi. Ma Mazzeo ha attraversato quel confine per sete di potere, per soldi, per avere il dominio sulla città. Per Rosa è diverso. Lei sta combattendo una guerra e solo utilizzando determinati metodi è convinta di poter difendere Milano dall’attacco del terrorismo islamico.

IL COMMISSARIO LOPEZ è un poliziotto tosto con un passato speso a combattere la ‘ndrangheta in Calabria. Ma è anche una donna fragile, segnata da ferite che le hanno inciso l’anima. Ha perso il suo vecchio mentore, mentre l’uomo che ama giace in coma in una clinica. Entrambi colpiti dalla mafia calabrese.

HA SACRIFICATO tutta la sua vita per il lavoro e a quarantasei anni «aveva l’ulcera di una vecchia e un cronico ritardo del ciclo a causa dello stress». E come se non bastasse, per un suo tragico errore aveva permesso alla Cia di «tenerla per le palle», di poterla manovrare. Ora però si trovava a dover affrontare il pericolo più grande: si preparano una serie di attentati a Milano, ideati e progettati dalla figura più letale e misteriosa dell’intera galassia terroristica islamica, il Maestro.

PERSONAGGIO SFUGGENTE e allo stesso tempo mitico, di cui non esistevano foto né immagini, tanto che molti pensavano che dietro quel nome si nascondessero più persone. Di sicuro c’era che riusciva a trovarsi sempre almeno due passi davanti a chiunque cercasse di fermarlo o di catturarlo.

Noir potente, avvincente e adrenalinico, Lo stupore della notte, come i migliori romanzi del genere, riesce anche a mettere in scena un efficace spaccato della realtà contemporanea, mostrando le storie e i punti di vista di tanti pronti a «radicalizzarsi», ad abbracciare la jihad, la guerra santa contro gli infedeli. Così come i metodi, a dir poco non ortodossi, usati per contrastarla.

UN ROMANZO CARATTERIZZATO, dunque, sia da un’estrema durezza, davvero nera, nella scelta dei temi da affrontare e nel modo di raccontarli, sia da una visione puramente politica della realtà, in cui emergono senza infingimenti o visioni manichee, contrasti, conflitti, contraddizioni.

Nello stesso tempo Pulixi è ancora una volta perfettamente in grado di far emergere l’interiorità dei propri personaggi, le motivazioni che li muovono, le passioni che li sconvolgono. E pure Milano sembra assurgere al ruolo di personaggio, una Milano dipinta in tutte le sue sfumature e in tutte le sue contraddizioni di metropoli contemporanea, dove vivono fianco a fianco modelle e frequentatori di locali eleganti e gang di latinos e quartieri ghetto. Dove la grande bellezza si confronta con la grande miseria. Il tutto con una scrittura assolutamente asciutta che riesce ad esprimere tutta la sua potenza non attraverso l’enfasi ma grazie alla forza della sottrazione.

STRANO PENSARE che tutto questo prenda forma all’ombra di una canzone cantata tanti anni fa da Mina. Infatti il titolo del romanzo e alcune fra le ultime parole del libro non sono altro che, rispettivamente, il primo verso e l’ultimo di una famosa hit degli anni Sessanta, Se telefonando.