Far Cry 5 ci aveva lasciati mentre stavamo scortando in prigione Joseph, capo degli edeniti, quando un fungo atomico si è alzato all’orizzonte realizzando le profezie della setta. Ubisoft, con Far Cry New Dawn, permette ai giocatori di tornare nella contea di Hope 17 anni dopo l’inverno nucleare. La natura si è quasi ovunque ripresa e anche la popolazione, protetta dai bunker disseminati per la contea, è sopravvissuta. La setta edenita si è ritirata a nord tra campi di gaudio ma al suo posto è arrivata una ben più prosaica banda di predoni da strada che occupa il territorio e ne depreda gli abitanti. Il nostro compito sarà di proteggere la nostra nuova base, Prosperity, liberare gli avamposti dai predoni per recuperare l’etanolo necessario a migliorare la tecnologia, liberare gli specialisti che potranno aiutare a ricostruire Prosperity e supportarci nelle nostre missioni, recuperare tutti i materiali utili a costruire armi e medicine.

New Dawn ha una mappa più piccola e meno densa di missioni e di compiti, ma è comprensibile trattandosi non di un nuovo capitolo ma di una continuazione/conclusione di quel Far Cry 5 che avevamo indicato come uno dei migliori titoli dell’anno. Anche gli specialisti e le abilità da trovare/sbloccare sono in un numero minore e con una struttura meno gerarchica. Soprattutto sono decisamente meno le armi a disposizione, dato che quelle superstiti sono rabberciate alla meglio con spago e nastro adesivo. Gli upgrade possibili non prevedono personalizzazioni ma semplicemente il passaggio ad un livello più elevato (e distruttivo). Anche il classico binocolo che serve per appostarsi e marcare gli ostili è disponibile solo come abilità da sbloccare. In compenso sono disponibili le “spedizioni”: missioni in mappe limitate e completamente slegate dal contesto che servono ad aumentare le risorse.

Come al solito la serie si distingue per l’attenzione alla caratterizzazione dei villain principali: in questo caso una coppia di giovani gemelle di colore, Mickey e Lou, prive dell’afflato pseudomistico e folle che caratterizzava Joseph e i suoi araldi, ma che compensano con una vena caotica di bullismo da strada, reggendosi l’un l’altra il gioco allo sbirro cattivo ed ancor più cattivo. La vegetazione è ancor più lussureggiante che in Far Cry 5 e gli animali selvatici se non si sono i mostri della serie di Metro 2033 sono comunque diversi: più grandi e più forti. Una delle missioni secondarie più affascinanti è allora quella di andare alla ricerca delle fotografie della “vecchia” Hope County e confrontarle con quella attuale con le strutture umane per lo più ruderi cadenti ed invasi dalla vegetazione. Come la chiesa di Fall’s End, in cui sono ambientati momenti chiave di Far Cry 5, che ritroviamo devastata, mezza sepolta ed invasa da rifiuti.

Se New Dawn è uno spin-off di Far Cry 5 (per quanto “stand-alone”) ed è specialmente dedicato a quanti hanno contribuito a liberare Hope County dagli edeniti, riesce a tornare a far appassionare i giocatori alle disavventure della contea del Montana. Magari niente più feste paesane a base di testicoli di toro, ma anche andare in giro per i boschi con un cinghiale gigante come guardaspalle ha il suo perché…