Uccidere, maltrattare, picchiare animali sono reati in relazione ai quali in Italia ogni giorno vengo aperti ben 25 fascicoli. Questo corrisponde in media a circa 14 indagati al giorno, più di 5 mila all’anno. A livello nazionale si registra un tasso di 15,25 procedimenti e di 8,72 indagati ogni 100.000 abitanti. Sono numeri altissimi che riconducono a un numero ancora più alto di animali vittime. Ciononostante, le condanne sono poche e irrisorie. Questo dato emerge dalla ricerca Preso dal nervoso, gli ho sparato condotta da Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia Lav.

L’indagine ha preso in esame 342 casi di violenza su animali, con 500 persone indagate o condannate, e per prima cosa mostra la grande sproporzione che sussiste fra numero di animali maltrattatati e numero di maltrattatori: il rapporto fra aggressore e vittima è di 1 a 20, ovvero per 500 offender le vittime arrivano 10.240. Le condanne sono molte di meno e, quando arrivano, sono leggere. Nella ricerca. infatti, dall’analisi di un campione di 85 sentenze risulta che per 1962 animali maltrattati, o addirittura torturati e uccisi, si sono totalizzati 347 mesi tra reclusione e arresto, e 264.650 euro tra multa e ammenda: se si divide per animale, la condanna è di 5 giorni e poco meno di 135 euro.

Numerosi poi i casi di sospensione della pena e della non menzione. Lo scarso valore attribuito alla vita degli animali si evince anche dal fatto che spesso e volentieri non viene riportato l’elenco degli individui maltrattati, nemmeno il numero preciso, utilizzando piuttosto espressioni quali « ingente numero» o «numerosi»; nel caso di alcune specie, come i pesci, l’ammontare delle vittime viene indicato in peso. I reati presi in esame sono «uccisione violenta, con crudeltà di animali», «uccisione con veleno», «tentativo di uccisione», «percosse ad animali», «maltrattamento o detenzione incompatibili», «macellazione clandestina», «maltrattamento, uccisione o detenzione incompatibile in ambito di bracconaggio», «abbandono di animali», «detenzione illegale di specie protette», «zooerastia», «corse clandestine di cavalli», «combattimenti tra animali», «accumulo» e ancora altre forme di maltrattamento.

Ma chi sono le persone che si accaniscono sugli animali? La ricerca conferma che la stragrande maggioranza sono di sesso maschile: 422 su 500, pari all’84,4% del totale, a fronte del 15,6% delle femmine. Per quanto riguarda l’età, la fascia più rappresentata è quella che va dai 36 a 40 anni, con 62 persone, seguita da quella 41/45, con 60 persone. Fra gli aggressori ci sono anche i minorenni: il 2,8% del campione.

Il rapporto si sofferma anche sull’analisi del contesto in cui avvengono questi crimini, evidenziando la tipologia di rapporto che intercorre fra animali e carnefici. Purtroppo molti di questi reati avvengono nella sfera «amicale o familiare» dove è presente un legame affettivo: i casi sono 85, pari al 24,85% del totale, con il coinvolgimento di 99 persone. Il rapporto commerciale (compravendita sia legale che illegale) conta 91 casi, il 26,60% del totale, con 164 persone; segue il rapporto «domestico- strumentale» (che coinvolge animali allevati a livello domestico a scopo alimentare, o tenuti per fare la guardia, per fini «ornamentali», per «passione», o per attività illegali) che annovera 77 casi, con 118 persone, il 23,60%. In 60 casi, il 17,54%, con 82 persone coinvolte, la violenza avviene improvvisa e immotivata verso animali con i quali non si ha alcun rapporto. Il resto dei casi si divide fra situazioni di custodia o cura, rapporti «lavorativi», inclusi spettacoli e manifestazioni, e il caso in cui gli animali diventano vittime di controversie fra vicini.

Scorrendo l’elenco da brividi dei modi in cui queste violenze vengono perpetrate, si percepisce l’enormità della sofferenza provocata: un carico di crudeltà gratuita che la normativa di riferimento non colpisce e non previene adeguatamente. Il recente ingresso in Costituzione dei diritti dell’ambiente è auspicabile faccia da volano per un apparato giuridico che conferisca agli animali la dignità e la tutela che si meritano.