Siete a Milano. Dopo una settimana di lavoro chiusi fra quattro mura e di spostamenti nel traffico, immaginate di prepararvi uno zaino essenziale, di indossare delle buone scarpe e di raggiungere Piazza della Scala; su un palo troverete un segnavia, una freccia blu su sfondo bianco, che indica la direzione della Svizzera: incamminandovi, passo dopo passo, sentiero dopo sentiero, la raggiungerete. Un sogno? No, realtà. Se si unisce il percorso del Naviglio della Martesana, che dal centro di Milano porta fino a Lecco seguendo il fiume Adda, al Sentiero del Viandante, che segue tutta la sponda orientale del lago di Como fino a Colico, si prosegue sulla medioevale via Francisca, fino a Chiavenna dove poi comincia la Via Spluga di epoca romana, in 9 giorni si arriva in Svizzera, senza traffico e pericoli, immersi nel silenzio e nella natura. Parola di Alberto Conte, che questo itinerario lo ha scovato e percorso in senso inverso a settembre 2019: in compagnia di un’archeologa esperta in viabilità antica, Sara Zanni, ha lasciato altri segnavia bianchi e blu e complice il passo da viandante, è andato alla scoperta di luoghi, testimonianze, tesori che uno spostamento più veloce non permetterebbe di vedere. Alberto è un esperto dei cammini a passo dolce, se ne occupa da più di vent’anni ed è fondatore e presidente di Movimento Lento, un’associazione senza fini di lucro che si occupa proprio dell’andare a piedi con progetti di sviluppo di nuovi cammini o di rilancio di quelli vecchi e in disuso.

La riscoperta di questo itinerario Italia-Svizzera nasce nell’ambito di due progetti Interreg finanziati dall’Unione Europea e coordinati dal Comune di Lecco finalizzati a valorizzare una rete transfrontaliera di sentieri chiamata «Le vie del viandante»: lanciato già 7 anni prima, è stato rilanciato da ItinerAria, un network di aziende che si occupa di turismo lento; è stato rifatto il sito (www.leviedelviandante.eu), creata una nuova app che consente di orientarsi anche sui percorsi non segnati e soprattutto è stata svolta un’analisi territoriale sulla rete di itinerari presenti, perché oltre a quello più noto del viandante, ne esistono solo per quella zona altri 12: parte del lavoro è stato individuare quali percorsi erano già fruibili, quali avevano bisogno di alcuni interventi e quali altri invece non erano da prendere in considerazione perché non offrivano le condizioni ideali per quel tipo di progetto. Ed è proprio facendo questa analisi che Alberto si è reso conto dell’esistenza di una direttrice nord-sud con un grandissimo potenziale in termini di accessibilità, sicurezza e naturalmente paesaggio, che per la sua bellezza e varietà è riuscito a colpire anche un veterano come lui, che di cammini ne ha visti moltissimi e non ha esitazioni nel definire questo uno dei più belli d’Italia. Ogni tappa offre gioielli: lungo l’Adda il Castello di Cassano, il Traghetto di legno di Leonardo da Vinci a Imbersago, il ponte di Paderno che con le sue travi di ferro sembra una Tour Eiffel rovesciata. Poi le acque e i terrazzamenti del Lago di Como, con le cime delle Grigne che vi incombono e poi sullo sfondo, le prealpi retiche che custodiscono il Pian di Spagna e il piccolo lago di Mezzola, riserva naturale protetta piena di vita e storia, per poi condurre il camminatore fino a Chiavenna, che sorprende con il suo centro storico signorile cinquecentesco pieno di portoni e fontane in pietra ollare. Per arrivare al confine Svizzero ci si alza di quota, e allora sono boschi, torrenti, gole, pascoli e laghi alpini fino a Spluga, o per i più allenati fino a San Bernardino. Il tutto senza interruzioni, tranne che a Lecco, dove lo storico Sentiero del Viandante, che saliva verso Colico nel primo tratto è andato perduto nella costruzione della moderna superstrada, costringendo per arrivare ad Abbadia Lariana, punto di ripartenza del percorso pedonale, a prendere il treno, o il battello.

A questo proposito c’è però una novità molto importante: il Sentiero del Viandante è stato prolungato fino a Lecco, con la costruzione di un nuovo tratto di percorso. È quindi ora possibile camminare in sicurezza fino ad Abbadia e da li risalire il lago. Se non si vuole andare in Svizzera, la nuovissima edizione della guida Il Sentiero del Viandante. Da Lecco alla Val di Mello lungo il lago di Como (Ediciclo editore) con le sue 37 carte, la descrizione dei percorsi, i disegni e tutte le informazioni pratiche, storiche, naturalistiche e logistiche, l’autore Albano Marcarini vi fa scoprire fino in fondo quella che fu, dall’epoca romana fino all’inizio del XIX secolo, la migliore via di transito verso la Valtellina, fitta di scorci panoramici continuamente vari e alternati, di acque azzurre e profonde, di montagne incombenti, di paesini rivieraschi e pedemontani, accompagnati dal clima mite e dalla vegetazione rigogliosa.

Un altro aspetto interessante del sentiero del Viandante e dell’itinerario verso la Svizzera è l’intermodalità, ovvero la possibilità di svolgerli in più momenti e in più modi. Ogni tratta infatti è raggiungibile con i mezzi pubblici, e quindi questo consente di frazionare il percorso se non si può essere viandanti per più di uno o due giorni. Inoltre, se si è stanchi di camminare, si possono anche affittare delle biciclette e proseguire sulla ciclovia, oppure se si è ancora sul lago, si può salire su un romanticissimo battello.

Oltre a luoghi spettacolari ci si imbatte anche in bei personaggi come il gestore della Locanda del Cardinello, a Isola di Madesimo o l’ultimo pescatore di Lecco. E se non ci credete visitate la pagina Instagram o Facebook del progetto Le Vie del Viandante dove verranno man mano pubblicate le foto e i video del viaggio fatto a settembre. E sappiate che se lo percorrerete da nord a sud, se quando arriverete a Milano avrete ancora voglia di camminare, si può già proseguire fino a Pavia; e quando sarà tracciato anche il collegamento con la Via del Sale, che va da Varzi fino a Portofino, potrete dire che dalle Alpi Svizzere con i vostri piedi avete raggiunto il mare.