In barba all’incombente spettro della «terza ondata» il lockdown inglese dovrebbe essere ritirato il 21 giugno prossimo, ma la decisione finale verrà presa il 14.

Lo ha confermato in una conferenza stampa pomeridiana ieri il ministro della Sanità Matt Hancock, proprio mentre le contraddittorie istruzioni del governo al contingente vacanziero nazionale – pronto con infradito e secchielli ad assalire il Portogallo, rimbalzato dalla lista verde delle destinazioni sicure a quella gialla delle non così sicure – stanno facendo infuriare tour operator e gli stessi vacanzieri, lasciati penzolare negli ultimi giorni tra un assenso ufficiale ad andare corredato dal consiglio altrettanto ufficiale di non andare: il che ha puntualmente provocato il solito putiferio di voli cancellati e ritorni anticipati.

La variante adesso si chiama Delta (o B.1.617.2) e non più «indiana», per porre un freno almeno alla stigmatizzazione pigra e razzistoide che identifica le varianti secondo i paesi/regioni/pianerottoli in cui sono state isolate e sequenziate per la prima volta. Negli ultimi giorni la risalita (del 79%) dei contagi ha destato non poco allarme in un paese che galoppa verso il 21 giugno. Venerdì scorso erano stati annunciati 6.238 nuovi casi, e da allora c’è stato un numero di oltre 5000 nuove infezioni quotidiane: bisogna tornare al picco di marzo per simili quantità.

Ieri il discusso ma «resiliente» – soprattutto dopo la raffica di accuse di semicialtroneria e mendacità rivoltegli da Dominic Cummings davanti a una commissione parlamentare d’inchiesta – Hancock ha ribadito che il governo rimane «aperto» all’idea di posticipare il ritiro del lockdown del 21 giugno, quando dovrebbe cadere ogni residua restrizione alla socialità con la riapertura di discoteche, cinema e teatri e la possibilità di funzioni/celebrazioni private come matrimoni et alia – anche se si è premurato di aggiungere che al netto dell’aumento dell’infettività, Delta non sta provocando la temuta proporzionale impennata dei ricoveri, prova che la massiccia e bellicistica campagna di vaccinazione del paese – che ha salvato la pelle politica a Johnson e a questo governo tutto rendendo la Gran Bretagna da paria malthusiano dell’immunità di gregge l’anno scorso all’attuale modello biopolitico di medicalizzazione sociale – sta funzionando egregiamente.

In sei mesi sono state vaccinate 40 milioni di persone, pari al 76% della popolazione adulta che ha ricevuto la prima dose di vaccino e il 52% entrambi le dosi, ha annunciato Hancock, e questa settimana iniziano le vaccinazioni per i giovani sotto i trent’anni, mentre la commissione governativa preposta all’immunizzazione e alla vaccinazione, ha aggiunto, si pronuncerà tra qualche settimana sul procedere alla vaccinazione degli adolescenti.

Delta è il ceppo dominante al momento nel Regno Unito e, secondo l’Oms, è diffusa in 62 paesi. Negli ultimi dieci giorni ha superato in diffusione la precedente capolista, quella cosiddetta del Kent, retro-battezzata Alfa. Delta ha un rischio di ospedalizzazione più elevato di Alfa (o anche B.1.1.7) ed è di un 40% più trasmissibile. È concentrata prevalentemente nel nordovest dell’Inghilterra, soprattutto nella città di Bolton. La comunità virologica non ufficialmente designata dal governo lo ha ripetutamente messo in guardia e invitato a posticipare ulteriormente la «riapertura», ma naturalmente la pressione su Johnson & Co. di non fare l’ennesimo voltafaccia sulla parola data alle aziende e ai vari comparti economici straziati dall’inattività forzata è altissima.